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Sword & Pen! / Re: Memorie di un bastardo
« Ultimo post da Alberto il 01 Gennaio 2013, 09:46:53 pm »
La saga Gdr prosegue fino ad oggi

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Poco ho da aggiungere alle cronache ufficiali sulla rivolta contro il Carpegna.

La mummia incoronata avea passato il segno, e se non lei i loschi figuri che ancora  la animavano.
Noi Montesa forzammo la volontà del nostro Gran Maestro acciocché sottraesse lo scettro a tanta putredine, il popolo tutto si unì alla nostra prece, e persino il giudice, il direttore dell'accademia ed il Vassallo di Valencia si schierarono con noi.
Quest'ultimo, ritengo, ci seguì a malincuore, avendo divisato  di poter esser egli stesso a risollevare i nostri destini, ma poiché pronto non era e stolto neppure fece mostra d'entusiasmo..
Fosse stato possibile irromper d'impeto a palazzo, la questione sarebbe stata risolta in un momento: ma i necessari preparativi richiesero tempo e così, pur cogliendo il successo, fummo coglionati.
Fabio Massimo fu re senza spargimento di sangue, ma senza il becco di un quattrino, imperocché  la mummia e tutti i suoi tesori s'eran dileguati per un passaggio segreto. I dettagli ci furon rivelati da una spaurita e graziosa giovinetta che, per quanto ne so, tuttora presta servizio nella dimora reale, presumo con maggior soddisfazione che in passato.

Quel giorno stesso fui capitano della guardia, non tanto per virtù mia quanto per il buon cuore di Carlo, che assunse il comando dei Montesa e lasciò a me l'alloggio di servizio.
Di quelle stanze ne avevo un gran bisogno, essendo fuor discussione ch'io potessi acquistar casa e assai disdicevole che continuassi a sperperar li liquidi in taverna; però, in quei primi tempi, fui guerriero senza riposo.

Dapprima dovetti occuparmi delle requisizioni in danno del Carpegna, poi il Condè mi segnalò che i Portoghesi gli chiedevano assistenza per l'impresa di Braganza.
La gran calura  ed il delicato momento politico non eran, per noi, propizi alla spedizione, ma il nuovo ruolo pubblico impediva, a me personalmente, di defilarmi.

Senza gran convinzione affidai ad un banditore la mia richiesta di volontari, ed il risultato fu doppiamente sorprendente: ne accorsero in buon numero e, anziché i compagni di sempre, si trattava di reclute della milizia.
L'unico volto vagamente familiare era quello del giovane Teobaldo,  parente ed erede di un amico  passato a miglior vita. Era sicuramente l'elemento più dotato e meglio equipaggiato, ma le sue scarpe stavan cadendo a pezzi e dovetti passargli quelle mie.
Quel contingente improvvisato mi avrebbe riempito d'orgoglio: fu il più rapido a schierarsi in campo, si batté con efficacia, e uscì dalla prova con modestissime sofferenze.
Io spacciai senza gran fatica il mio paio di buzzurri, ma di tal risultato non meno gran vanto.
Vero trofeo della giornata fu l'arruolamento dei Varano in nostra armata.

Non so come altri facciano ad ammassare ingenti fortune ma, se pur ogni moneta da me s'invola, in altro senso traboccavo di ricchezze.

L'amicizia è comunque tesoro, ma niun s'offenda se affermo che quella dei sovrani riesce particolarmente preziosa. Già ne potevo  vantare due fra i vecchi amici, e se ne aggiunse un terzo quando l'Insondabile assunse il  Magistero dell'Ordine Teutonico. V'era  qualche possibilità che ne spuntasse persino un quarto, ma di questo dirò poi. Altre  teste coronate, che conoscevo men bene,  le potevo  trattare con la familiarità riservata ai commilitoni.

Mi ritrovai da un giorno all'altro Duca di Tortosa,  onor che mi sorprese, e difettandomi  blasone di antica tradizione dovetti commissionarne in tutta fretta uno acconcio.

Scelsi il per le mie armi il “bastardo rampante”, un levriero di spada armato che i dettagli rivelano come di razza non pura:   simbologia che palesava  senza infingimenti tutto ciò che v'era da sapere sul mio conto, risparmiando a me e ad altri diverse fatiche.

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Sul finire di quell'estate ebbi il privilegio di avviare l'ambiziosa campagna di riconquista che avrebbe coinvolto  i guerrieri ed i sovrani di tutta la lega iberica.
Nel comando di tale impresa  mi sarei alternato con Matthias Fieschi, duca di Gandia,  già mio buon  compagno di addestramento ad Avranches.  In quei giorni, per il vero, non era stato di grande compagnia, perché avea  tresca con una dama  e se ne fuiva con  lei ogni due per tre.  Però fui  lieto di rivederlo,  avevamo perfetta sintonia di vedute e  mi sostenne quando, con più foga che garbo, mi rifiutai di sottoporre l'armata al calvario delle marce forzate.

Furon giorni di sudore e sangue, e fummo testimoni delle virtù guerresche della regina e dei tre re che seguivano l'armata. L'arazzo che or li ritrae soli e trionfanti sovra gran catasta di cadaveri non rende piena giustizia allo svolgimento dei fatti, ma su tal dettaglio è prudente sorvolare.

In realtà nessuno si risparmiò, e taluni si batterono con tal  foga da rendere superfluo l'intervento delle riserve. Nelle prime giornate Teobaldo ebbe a lamentarsi di consumare indarno le  scarpe,  poi  anche lui ebbe modo di incedere qual tristo mietitore.
Non inseguii la gloria negli scontri individuali, ché non è questo che si chiede al condottiero, ma anche così il mio  spadone di recente fattura prese presto sembiante di vecchia sega stortignaccola.
Toledo fu quasi fatale a Matthias, e Cuinca a me; il sangue nostro e del ribelle parimenti ci
 arrossarono la pelle, qual gabella finale per  cotante vittorie.


Coi primi giorni d'autunno iniziò la migrazione degli augelli, che se ne andavano, e quella de' prelati, che s'en venivano.
L'una cosa offriva visuali interessanti ne' cieli, l'altra visuali sconfortanti in terra. Uscito  da San Miguel, ove la spiritualità era povera e sincera, poco amavo i prelati in cerca di carriera, ed ancor meno amavo i tanti che presero a corteggiarli più per calcolo che per fede.

Un buon prete l'avevo incrociato nelle Fiandre, e stranamente ne prese il trono, un altro lo avevo visto di passaggio a Valencia, pria che gettasse  tonaca alle ortiche e poi si impiccasse per vergogna. Tutti gli altri poco li calcolavo, non ravvisando in loro le virtù de' monaci fra cui ero cresciuto, e assai poco apprezzando  discordia e rivalità in nome di Theos.

Infine sapevo pure i guasti dello zelo religioso sull'educazione giovanile,  almeno quanto a conoscenza di donne e di danaro. La prima nozione che ne ebbi era che le une e l'altro mi avrebber portato a rosolar negli inferi. In qualche modo parea  preferibile la prima via, in quanto passante fra delizie imprecisate, ma durai fatica a penetrar le oscure allegorie de' cantici proibiti.
Quando tutto mi fu più chiaro, compresi che se Donna è cerbiatta l'uomo è sicuramente cervo, che cerca la pugna quando gli cresce il palco in sulla testa, ed anco questo contribuisce a grigliata mista del demonio.

Essendomi ristabilito partii nuovamente per l'Italia. Rividi Orvieto, e vi entrai con armata che la prese senza dar battaglia; avrei dovuto anche partecipar ad una seconda impresa, ma sonno mi vinse a Roma e persi l'ultimo imbarco.
Maggior gloria  ricavai dalla battaglia di Zamora, ove feci discreto carnaio combattendo ancora agli ordini del buon Duca di Gandia..


Scoprii che un blasone apre molte porte salvo, forse, quelle che preferisci lasciar serrate.

Molti nobili or mi invitavano alla caccia, ma io inventavo scuse e me ne andavo a pesca, giacché reputavo più onorevole agir da fesso che ne attende altri, piuttosto che armarsi come San Giogio per affrontare daino o altra bestiola. Carne e insaccati ne mangio assai di gusto, ma tuttora preferisco che altri li mettano in mio piatto.

Altro trastullo che mi mettea disagio era quell'incessante discettar d'Amore, secondo usi di corte  invalsi in altre contrade.
Quelle rime ignoravano l'amore coniugale, che poco ispira il poeta imperocché troppo simile all'affezione per le proprie ciabatte,  preferendo esaminare  ipotesi  più stimolanti; il che non mancherebbe di interesse, se  non fosse vano cianciar di colui che va sovente in bianco..

Debbo ammettere però, con imbarazzo, che la moda del verseggiar cortese mi fe' venir  la tentazione di imitare i versi di quel nasuto di Toscana, che incessantemente sua dolcissima Beatrice declamava, dimentico del fatto che  sua non era, e punto lo cagava.
Però di costui mi mancava l'attitudine di pettegolo e babbeo nonché - mi duole il dirlo - la disinvolta maestria con le parole; per farla breve, il risultato di mio sforzo fu si tristo, che meglio figurai con l'occorrente per il fritto misto.


Mille e più anni addietro si interpretava il fato frugando nelle viscere dei polli poi, facendo questa cosa un poco schifo, si preferì l'uso orientale di trarre auspici osservando il corso degli astri, pratica che non imbratta le dita ma espone al rischio di torcicollo e infreddature notturne.
Quale che sia il metodo prescelto, la divinazione è costume  pagano  che fa insulto a Theos ed all'umana intelligenza, e assai mi duole il vedere che troppi ancora vi ricorrono nel quotidiano.

Quando affermo che mio destino fu influenzato da una stella cadente nulla concedo alla falsa scienza degli astrologi, perché invero parlo per metafora.
Stella cadente era, o appariva allora, quell'Insondabile  che, dopo aver cinto persino una corona, tutto avea mandato a funzioni di intestino per venirsene in Aragona con uno de' suoi più stretti collaboratori.
Si offrì di rilevare mia sartoria e fu così che, lasciando l'arte del taglio e cucito a colui che ne era indiscutibile vero maestro,  mi accostati a quella della forgia.
Per ragioni che non so alcuni amici che mi avean preceduto in quel mestiere eran scomparsi anzitempo, quindi il mio primo passo fu energica frizione su parti che non dico; ciò fatto cercai di onorarne la memoria col buon lavoro.

I frutti delle mie novelle fatiche vennero  messi alla prova con soddisfazione nella campagna d'ottobre sul confine orientale. Men soddisfatto fui della prova di me stesso,  in quanto venni ripetutamente gonfiato similmente a zampogna. Una volta mi vinse il numero, l'altra una sorta di montagna in forma umana, che però né uscì sì male da cadere al primo tocco di una dama.

A consolarmi un poco giunse novella che, a dispetto della recente e opaca prestazione,  il mio nome iniziava ad esser celebrato infra quello dei più valenti cavalieri dell'orbe conosciuto.


Vi son  reggenti  buoni solo ad imporre dazi e gabelle, mentre loro araldi gridano che cotesta cosa è per il bene del reame. Eseguita cotal rapina a detrimento de' più miseri, si attaccano alle casse del tesoro come porcelli alle sise della scrofa, e come loro non se ne staccano sino a che non le abbian ben svuotate. Quando più nulla resta a succhiare, corrono ai ripari ripetendo l'anzidetta procedura.

Re Fabio non apparteneva a tale vil genìa, e nemmeno noi che facevamo parte del suo seguito; uno solo fu tentato di commetter ruberie, ma gli facemmo intendere subito che dovea mutare attitudine, e divenne persona irreprensibile.
Per il vero non v'era poi molto da sgraffignare, avendo il Carpegna lasciato i forzieri del regno in condizioni che ricordavano mie tasche, il che non lasciava troppa trippa per il micio.

Se il contante facea difetto, non ci difettava la buona volontate. Tutti i notabili d'Aragona si adattarono a sgobbar come forzati ed a rimetterci del proprio, donando materiali e giornate di lavoro., pur di erigere quelle opere che nol si sarebbe potuto pagare. L'essere divenuto capitano, fabbro, duca e campione non mi esentò dal faticar come l'ultimo peone, anzi di più perchè al poveretto non si sarebbe chiesto di lavorar senza giusta mercede. E questo era ancora poco, a paragone dell'impegno di chi, con ostinazione tutta teutonica, interamente si spendea per realizzare in proprio i progetti meno urgenti.

Fortuna volle che, in quei giorni di grande sforzo e modesta paga, riuscii ad avviare proficua collaborazione con un copista straniero, il che mi fruttò qualche  quattrino raccogliendo i pensieri mentre corpo sudava.

Dopo l'inaugurazione del palazzo cardinalizio mi concessi  breve crociera in piacevole compagnia, associando allo svago la sistemazione di alcuni affari. Nostra allegra comitiva rischiò di provocare un  incidente diplomatico quando sommergemmo di letame un palazzo reale: il buio era fitto, non v'era fiamma di fiaccola o di legna, sembrò malizia ma fu errore di consegna.


Le superstizioni pagane che han trovato dimora anche fra i credenti in Theos, complice l'assenza di doverosa reprimenda delli ommini di chiesa, annoverano anche credenza assai curiosa.
Onne vivente sarebbe  un morto che in passato fu qualcun altro e poi, non essendo degno di sonare l'arpa nell'orchestra celeste, dopo il trapasso  viene rispedito fra noi per vedere se fa meglio.
Cotal castroneria è di molto consolante, giacchè chiunque vi creda afferma d'esser stato Re o Regina, o poco meno, anco se ora è pezzente che stenta a coniugar pranzo con cena. Niuno, invece, vanta ricordi di miserevole sfiga, per cui devesi ritenere che ne' tempi andati tutti cingessero corona,

Per il vero, secondo tale teoria, si potrebbe benissimo anche esser stati bestia d'ogni tipo, ma questo pochi il rammentano volentieri.
Se tal cosa fusse veritate, in vita passata io sarei stato processionaria del pino, poiché dell'orrido parassita conservo appieno le attitudini e ne faccio vanto.

Poco somiglio a verme grasso e peloso – spero mi concediate questa vanitate -, ma meglio di lui sapevo devastar foresta in pochi giorni: in più, non essendo verme ma creatura atta a maneggiar anco il piccone, parimenti devastavo in poco tempo onne miniera di metallo  o cava di pietra.

Ero divenuto fabbro ed  armaiolo per il bene del regno, ma di tal cosa male si campa se il si fa precipuamente per servizio. Fu l'appalto per la fornitura di materiali vari che, grazie al buon Enrico,  mi consentì d'accantonare in fretta discreti risparmi; ed anco un poco la mancanza di tentazioni, giacchè per servir lui vissi come romito in luoghi che i più rifuggivano.


Il clima ed i paesaggi delle Fiandre  son più adatti ai ranocchi che alle genti del Mediterraneo,   il che sicuramente favorisce strani amoreggiamenti con dame credulone, ma debbo confessar che pur non essendo batrace quei luoghi sempre mi portarono fortuna.

Mancandomi la predetta qualitate, le mie non furon fortune d'amore ma d'altro genere.
Quando vi giunsi da migrante in primavera, riuscii ad accumulare effimera ricchezza; in più, combattendo sotto il vessillo del conte Desains, colsi il mio primo grande successo individuale,   abbattendo quattro ribelli per conquistargli  una preziosa cava di pietra,
L'impresa mi costò una buona spada, ma poco tempo dopo mi riuscì di rivendere il pietoso rottame ad una dama di Savoia, conseguendo un inaspettato successo commerciale.

Quando vi tornai a metà dell'autunno seguente, unica mia motivazione era il rendere omaggio al nuovo Conte Harald Magnusson, cui dovevo immensa gratitudine per una serie di benefizi e buoni consigli che sarebbe  tedioso elencare compiutamente; vi basti sapere  che grazie a lui ed alle di lui attrezzature avevo scoperto i piaceri della pesca in alto mare, da cui ancor oggi ricavo grandi soddisfazioni  se altre urgenze me ne lasciano il tempo.

In quella seconda visita non fui solo, ma solo il primo, giacché molti altri vennero da Aragona e Castiglia, ed altri reami ancora, per sostenerlo nella brillante campagna con cui in pochi giorni raddoppiò l'estensione della Contea.
Nelle prime giornate feci ben poco, salvo imparare il mestiere d'infermiere e compiacermi pel rendimento di mie alabarde in mani altrui. In seguito feci discreto carnaio, seppure a prezzo di non indifferenti sofferenze mie. Le vittorie conseguite in detti scontri mi valsero la seconda decorazione sul campo, quella riservata a quanti si lasciano alle spalle vero fiume di sangue.

Tale onore mi avrebbe maggiormente compiaciuto se il sangue mio non si fosse abbondantemente mescolato a quello degli avversari. Ad evitar il ripetersi del doloroso inconveniente chiesi un anticipo alla stamperia, denaro che presto sarebbe trasmigrato nella scarsella  di un buon addestratore.


A colui che voglia acquisir possanza di toro, tre sole cose occorrono: denaro, tempo, e cervello di gallina.
Col denaro ei si paga chi lo addestra, oltre ad alimentazione adeguata a regger lo sforzo; el tempo gli occorre per ripetere innumere volte esercizi sempre uguali; il cervello di gallina gli sarà d'ausilio per  non essere vinto dalla noia infinita che accompagna il tutto.

Meno tempo occorre a colui che si avvalga di strani intrugli che affrettano il risultato, ma a vero dire costui avrà  una possanza non di toro ma di bove; il risultato finale parrebbe eguale,  ma egual non è per chi voglia preservar anco le funzioni de' pendagli suoi.

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Eventi / Foto Titignano 12 2012
« Ultimo post da rhqjza il 19 Dicembre 2012, 05:16:01 pm »

Ecco a voi il solito pacco di foto del campus di Titignano di dicembre 2012  :)

https://dl.dropbox.com/u/28576462/Titignano-12-12.zip

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Eventi / Re: Ludica, la fiera del gioco e del videogioco - 23/25 novembre 2012
« Ultimo post da Phel il 12 Novembre 2012, 12:07:35 am »
Dove sarà il nostro stand![/color][/size]



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Eventi / Re: Ludica, la fiera del gioco e del videogioco - 23/25 novembre 2012
« Ultimo post da Phel il 09 Novembre 2012, 02:41:29 pm »
Novità:

Stiamo implementando nuove forme di interazione con il pubblico: a breve maggiori informazioni.
Stay tuned  ;)



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Eventi / Ludica, la fiera del gioco e del videogioco - 23/25 novembre 2012
« Ultimo post da Phel il 09 Novembre 2012, 02:39:35 pm »
Ludica, la fiera del gioco e del videogioco
23/25 Novembre
Nuova Fiera di Roma
ven-dom 9.30/19.00



Alla sua prima edizione romana, si preannuncia un importante punto di riferimento per tutto l’ambito del gioco (di ruolo, da tavola, dal vivo, modellismo, rievocazione storica, wargame, softair, ecc.) e noi, come Accademia Romana d’Armi saremo presenti con il nostro stand per farci conoscere tramite lezioni al pubblico e assalti dimostrativi.


Chiunque volesse partecipare a questa iniziativa, mi mandi una mail all’indirizzo silvia.manelfi@gmail.com entro e NON OLTRE le 20.00 di domenica 18 novembre poiché devo comunicare all’organizzazione della fiera i nomi dei presenti. Chi non mi rende noto entro quella data la sua disponibilità in giorni e orari, non potrà usufruire dell’ingresso gratuito altrimenti messo a disposizione.

Qui di seguito riporto alcune info riguardanti l’evento, per maggiori dettagli visitate il sito www.ludica.it/roma/ e se avete ancora qualche domanda circa la nostra presenza, mandatemi una mail all’indirizzo precedentemente scritto.



FAQ

- Perché partecipare alla fiera?
Come ogni evento di questo tipo, Ludica è un momento importante della vita associativa dell’Accademia Romana d’Armi: è possibile incontrare allievi di altre sale ed istruttori, tirare con loro, approfondire argomenti che in sala non trovano troppo tempo, fare domande specifiche e approfittare di lezioni gratuite, senza però dimenticare di farsi un giro per la fiera!
Partecipare, principalmente, significa dare un aiuto attivo all’associazione, facendola conoscere al pubblico e prendendo, soprattutto, i contatti di chi è interessato.

- Cosa devo fare alla fiera?
Il nostro compito primario è quello di farci pubblicità: distribuiamo volantini ed informazioni, condividiamo esperienze e diamo lezioni di prova al pubblico, prendiamo contatti e li forniamo a chi è interessato. Da quest’anno stiamo anche cercando di implementare gli assalti dimostrativi “illustrati” in cui daremo aneddoti, informazioni e curiosità circa la parte storica e, perché no, anche cinematografica delle armi utilizzate.

- Ma sono appena arrivato e anche senza equipaggiamento, cosa vengo a fare?
Soprattutto per chi è appena giunto, la fiera può essere un evento stimolante e pieno di interessanti eventi: lezioni di armi che in sala non vengono viste, approfondimenti vari, conoscere persone e farsi conoscere... Gli equipaggiamenti non sono un problema: se mi dite prima cosa vi manca penserò a prenderne alcuni di sala, così da darvi la possibilità di fare qualcosa “in più”.

Riguardo cosa dire e fare per la pubblicità, non preoccupatevi: verrete istruiti direttamente in loco con un veloce e semplice briefing.

-Come ci arrivo alla fiera?
Essendo a Nuova fiera di Roma (come per il Romics) ci si arriva facilmente sia con i mezzi pubblici (treno per Fiumicino, fermata Nuova Fiera di Roma) sia con la macchina (uscita Nuova Fiera di Roma): sapere prima chi viene può essere utile anche per trovare o dare uno “strappo” in macchina. Per tutte le altre info dettagliate, guardate il sito che ha una sezione apposita.

-Quali sono gli orari e i giorni?
L’apertura al pubblico è dalle 9.30 alle 19.00 dal venerdì alla domenica.
Essendo espositori abbiamo bisogno di un giorno prima per il montaggio dello stand e di un paio d’ore per lo smontaggio: vi chiedo supporto anche in queste fasi, che spesso passano un po' sottogamba, mettendo a disposizione macchine per trasportare in necessario e braccia per tirare su lo stand.
Per quanto riguarda l'orario, invece, l'appuntamento è alle 9.00 in quanto espositori.



Qui di seguito aggiungeremo ulteriori dettagli ed informazioni.
Se avete domande che ritenete utili per tutti, scrivete un post qui sotto e risponderò al più presto.

Attenzione: Le prenotazioni date solo attraverso forum potrebbero non essere viste, quindi per dare la vostra disponibilità mandatemi comunque una mail!

.phel
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Chiacchiere / Spadate, mazzate e male parole e videogiochi
« Ultimo post da Luca il 05 Novembre 2012, 02:23:31 pm »
Sàrve,

volevo tramandarvi questa notizia fresca fresca o quasi, su sto tizio che vuole rivoluzionare lo sword fighting nei videogiochi, mediante i più moderni ammennicoli elettroludici esistenti. E sì, e mò...  :o

Epperò mi son reso conto che volevo invece parlare di War of the Roses!!!! Un giochillo su uno scontro di un'ignoranza apocalittica, su una guerra basata su dei concetti di un'ignoranza abissale. Il magna-magna d'altri tempi per eccellenza!!!
Orbene, al di là del frangente storico che vede i Lann...eeee... i Lancaster contro gli Stark...mi pare....  :-X... l'apparato si presenta strano e non tantissimo user-friendly. Si inizia con un Footman armato di spada lunga, scudo rotondo, una mezza armatura di piastre e maglia ed elmo a celata e tante parolacce. Dopo la prima partita, che ti vede morire come d'inverno, le foglie sugli alberi, si sbloccano nell'ordine un arciere con arco lungo, un balestriere ed infine un cavaliere appiedato. Da qui in poi inizia la bava, perché si possono cominciare a sbloccare personaggi customizzabili, con armi, armature, abilità etc etc. Ma al di là di tutto questo, il gioco è veramente meritevole per il fatto che, finalmente, lo scontro non vede quasi per niente il furbetto che spara da 12000 metri col Barret 0,50 col megabombardone superamplificato e la supercazzola comprata a 20 euro su steam e potenziata con l’aimbot di sta minq!!! No no, finalmente si fa a botte chic to chic cha cha cha!!!! Vien qua che ti dò lo zukkarììno!!! Scendi, fài l’òòòmo!!! Insomma, spadate, mazzate scudate e alabardate di soddisfazione! La scherma è un pochino complicata, ma ci si fa subito la mano. In due parole, lo scudo para tutti gli attacchi frontali o quasi ma tende a rompersi a forza di botte, le armi possono parare attacchi laterali, fendenti e stoccate (sinistra destra alto e basso insomma). Gli attacchi in arrivo sono indicati da un alone rosso nella direzione del colpo e bisogna essere veramente veloci ed allenati per parare. Ma ecco lì una cosa gradevole, si può stare in guardia: mi metto di terza, ad esempio… così hai solo tre possibilità restanti di attaccarmi, vedi tu.
Gli arcieri ed i balestrieri sono velenosi si, ma non è che si possono inventare più di tanto. Tra l’altro le due classi di tiratori, in qualche modo, non sono così portati per il corpo a corpo come gli armigeri, ossìa fanti e cavalieri. Inoltre corricchiare e saltellare per il campo di battaglia è inutile, cioè, sì puoi buttare in caciara cercando di seminare gli inseguitori tra muretti, steccati, siepi, muschi e licheni, ma se ti accerchiano, sei fott…rovinato, e in genere lo sei anche se non ti accerchiano, ché un’alabardata sul fisico non è che faccia tanto bene al calcio. E’ vero che le armature pesanti sono più ingombranti e quindi si è meno veloci di uno che ha un corpetto, ma chi indossa l’armatura pesante, che generalmente è un armigero, può caricare… cosa che il vèlite furbacchione non può fare. E poi c’è il tocco di classe!! Vuoi combattere con la visiera alzata? Teccoti la frecciata in faccia o la spadata tra naso e canino. Vuoi combattere con la visiera calata? Vedi attraverso una feritoia. Vuoi caricare col tuo cavallone e lancia in resta? Eccoti disarcionato o  abbattuto da un bel quadrello. Vuoi fare il fantaccino in campo aperto? Eccoti piallato o impalato dal cavaliere alla carica. Insomma, gli equilibri ci sono, sono fichi e gajardi e veramente dà gran parte delle sensazioni giuste, per quel tipo di ambientazione. Consigliaterrimo!!! Soprattutto perché vogliono espanderlo ed espanderlo ed espanderlo… dicono.
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Chiacchiere / Re: La vostra Storia
« Ultimo post da Phel il 30 Ottobre 2012, 11:25:35 am »
Mi ricordo un Romics,
guardare le spade da lontano perché troppo vergognosa per provare e prendere velocemente il volantino.


Era il primo anno d'università: decisa a cominciare qualcosa di nuovo, rimango impigliata nell'idea della scherma. Sportiva, per intenderci. Mi informo per San Giovanni, dove credevo ci fosse una scuola: m'armo di pazienza e m'avvio, senza trovare nessuno al citofono. Chiamo e richiamo. Nulla!
Mi ricordo poi un Romics. Quello dell'anno precedente, dove dei tipi parlavano di scherma storica. Vado sul sito, prendo i contatti e mi muovo per la sala più vicina, completamente ignara di quello che avrei trovato.

Da allora sono passati 3 anni o poco più, eppure mi ricordo per filo e per segno la prima sera di prova gratuita senza impegno alla quale ho partecipato, in una sede di Centocelle che contava circa cinque o sei iscritti.

Da lì il passo per partecipare alle fiere è stato breve. Molto breve. A fine settembre ero già a Romics, dove conoscevo ancora altre persone particola... Emh, interessanti! Ad ottobre ero a Militaria, ad approfondire quelle conoscenze... Galeotta fu la fiera!

E poi cene associative, Titignano, la felpa nera di sala, Casperia(!), la prima maschera consegnata alla manifestazione a Roma3, Gamefair, Prati di Tivo, assalti e nuove armi, sperimentazioni e consolidamenti, la prima spada consegnatami, tonnellate di Romics, il corso istruttori, la prima sostituzione con i bambini, vestirsi da Lady Oscar, i film trash, feste di carnevale a sorpresa, i compleanni,i video, il disegno di una piccola allieva con la due mani.

La mia storia, fino a qui, non è fatta solo di grandi eventi, ma anche (e soprattutto) di cioccolatini regalati durante una fiera di cui non si vedeva la fine, di spazzole mancanti, di saluti, di storie dell'ARA scritte in spagnolo, di bacheche di sala, di viaggi in macchina che portano nel nulla e di lividi un po' ovunque. Oltre che di persone. Strane, assurde, improbabili e a volte impossibili, fuori ma anche dentro l'associazione, che hanno lasciato un segno, fisico o meno...

E, mentre la mia storia continua, questo post lo faccio finire qui, visto che altrimenti potrei continuare per un altro paio d'ore.

Facciamo un saluto?



Silvia

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Chiacchiere / Re: La vostra Storia
« Ultimo post da Alessandro il 26 Ottobre 2012, 10:25:34 am »
La saggezza del Maestro

Correva l'anno duemiladieci , GISS , le giornate internazionali di scherma storica , evento promosso a gran voce da tutta la nostra Associazione.
Eventi , Workshop , ricerche storiche da parte di alcune altre associazioni amiche , tornei e chi ne ha più ne metta.

Durante una pausa tra un Workshop ed un altro , davo retta ad uno dei miei pochi vizi , fumare. Stando fuori dalla sala in parquet all'interno della magnifica corniche che è il Forum ( Aurelio - Boccea ) . Parlando con alcune persone e scambiandoci opinioni in materia schermistica , osservo un maestro , M . G. che dall'alto della sua veneranda età gironzolava attorno ai campi da tennis limitrofi alla sala in cui ci allenavamo.
Mentre ascoltava le parole dei miei compagni d'arme e colleghi , continuavo a seguire con lo sguardo il Maestro che avvicinandosi ad una rete che delimitava il campo da tennis , raccolse una pallina e poi un'altra...
Una siepe m'impediva di guardare chi si stava allenando ,ma dai gridolii che spesso si fanno sul campo , la voce sembrava di una giovine e aitante pulzella.
Non feci molto caso a questo particolare , più interessato a dire il vero , a cosa stesse facendo il Maestro. Quand'egli s'avvicinò a noi per rientrare in sala gli chiesi :

A : maestro , cosa ci fà con quelle palline?
G : Nulla di particolare , le uso per i bambini , le faccio rimbalzare davanti a loro , così possono prenderle al volo con una mano in posizione d'affondo.
A : Ah , che bella idea Maestro , è vero che l'esperienza insegna .
G : Eh si , servono sempre nuovi trucchetti per far lavorare qui pigri.

La conversazione terminò grosso modo a tal maniera.

Voltandomi nuovamente verso i compagni d'arme , riuscì finalmente a capire... La rivelazione arrivò d'improvviso come una doccia fredda... Decisi di spostarmi di qualche metro eludendo l'ostacolo che la verdeggiante siepe creava involontariamente.
Ed eccole li , due snelle gambe ignude che sgambettavano coronate da un gonnellino bianco che mal celava co tanta sinuosità e atleticismo.
Proprio lì dove il Maestro era andato a raccogliere le gialle palline... Ora si spiega tutto!
Il maestro M.G. mentre raccoglieva le palline , non solo se le inguattava , ma mentre si piegava il di lui sguardo si proiettava oltre!!!
AHHHH il Maestro è saggio , figura autorevole questo Maestro...


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Chiacchiere / Re: La vostra Storia
« Ultimo post da Eren il 26 Ottobre 2012, 12:53:11 am »
Prendo la parola :)

Le storie di cappa e spada, le epopee fantasy e i racconti sul medioevo sono sempre stati una mia grande passione sin da piccola.
Persa tra le pagine dei libri di Tolkien e, una volta adolescente, di quelli di Martin, ho sempre coltivato nel mio cuore un grande amore per l'arte della spada, ma un po' per mancanza di tempo e un po' per mancanza di un dove, non sono mai riuscita a mettere in pratica tale interesse.
Nel corso degli anni ho praticato molti sport, dal calcetto, alla pallavolo, all'atletica leggera, accompagnandoli a 10 anni di equitazione. Ma non ho mai dimenticato la spada e la fantasia.

Non appena fui abbastanza grande da poterlo fare (16 anni), mi buttai a capofitto nel mondo del gioco di ruolo dal vivo, mentre già da qualche tempo conoscevo e praticavo quello online.
Per circa 5 anni mi sono dilettata quindi nel tirare di spada con le classiche armi in lattice (delle quali ora ho una discreta collezione :D), divertendomi a partecipare ai tornei di spada delle varie fiere che ho frequentato. Per motivi vari ho finito per allontanarmi dal GRV, ma anche in questo caso, custodivo ancora la mia passione.
Finché, proprio durante la scorsa edizione di Hobbiton, il mio amico Vincenzo, che alcuni di voi conoscono, mi ha parlò per la prima volta dell'ARA e io rimasi affascinata dalla dimostrazione alle quale assistetti proprio durante la fiera.
Da lì il salto fu breve: una volta scoperta l'esistenza della sede dell'EUR, non esitai un minuto a chiamare e a precipitarmi in sala.

Dall'ottobre del 2011 sono allieva dell'Accademia e quest'estate mi sono aggiudicata il primo grado di neofita.
In questo anno (e qualche mese) di studio e di pratica mi sono innamorata ancora di più dell'arte della spada e per questo ci tengo a ringraziare i maestri Francesco e Riccardo, che durante l'anno passato mi hanno aiutato e consigliato, e soprattutto il maestro Alessandro, per avermi guidato fin d'ora lungo questo meraviglioso cammino, che spero mi porterà ancora più lontano.

Aneddoti particolari non mi vengono in mente, solo tanti sorrisi e la soddisfazione incredibile che mi accompagna alla fine di ogni lezione. Insieme alla convinzione che, giorno dopo giorno, sta maturando dentro di me: l'arte della scherma storica è, a mio avviso, come uno stretto legame d'amicizia o di amore. Ha bisogno di cure, di attenzione ai dettagli, di determinatezza e di forza di volontà. Quando uno di questi elementi viene e mancare, svanisce l'incantesimo, ma finché li si mantiene in mente, la spada non ti tradirà mai.

E dopo questa smielata, ma sentita, conclusione, auguro una buona notte a tutti :)
Ci si vede in sala,


Enrica
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Chiacchiere / Re: La vostra Storia
« Ultimo post da Luca il 25 Ottobre 2012, 06:23:14 pm »
HAHAHAHAHAHAHA (periodico  :D)
M'hai fatto ricordare il fioretto di Christine, dove invece di Hanwei c'aveva scritto Ferrovie dello Stato  :DD

Devo a questo punto aggiungere un aneddoto che mi è tornato in mente grazie a Rick e che mi ha impedito di rimanere serio sulla metro  :-[ ...Una signora m'ha dato pure 20 centesimi  :-\

Tanto tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, la Sala era allietata dalla presenza di diversi figuri, taluni loschi altri caratteristici alquanto. Tra i primi figura un individuo di cui è giusto e pietoso (e legale) tacere il nome, l'altro era un portento di grand'uomo, classe 1935 (credo) di cui invece non si pò tacere il nome. Piero!!! Un uomo un mito. Ex ardito del reggio eser...no scusate dell'esercito, si diletta anche nella creazione di ammennicoli schermistici, tra cui fornimenti e spade da allenamento. E per circa tre mesi ho rischiato di essere trafitto dalla sua Spada da lato senza puntale (EE EE...E sinnò nun entra nder fodero EE EE  :-)).
Ma torniamo a bomba. Non so ora, ma illo tempore, il gentil sesso scarseggiava nella sala, indove che una maschia filadelfìa rendeva il rito della doccia, un momento di grandi congetture, ripensamenti, considerazioni e nervoso incedere radenti alle pareti  :o
Bene, in quei dì di gloria, l'Innominato stava allenandosi nella parata a controllo col suddetto mitico Piero, utilizzando le spranghe di ferro col manico note come Smarre. Credo le conosciate tutti ormai, sapete che non "viaggiano" propriamente bene ed hanno un bilanciamento assai interpretabile. Piero trovavasi di fronte all'Innominato pronto a vibrare il suo sgualembro, come solo un settantenne (col massimo rispetto parlando, poiché è una persona assai migliore dello scrivente. Avessi io le energie che ha lui) alle prime armi può fare, quando nella sala fece ingresso una gentile pulsella, forse la fidanzata di un allievo, in abiti da uscita serale, quindi molto carina. L'Innominato, nella sua brava guardia, riceve dall'Head Up Display dell'emisfero cerebrale rivolto ai pensieri turpi, un avviso di "Forma di Vita Tuberiforme in avvicinamento". La chimica di un teenager fa si che la tempesta ormonale gli faccia dilatare le froge, tremare l'anca e volgere il crapino con scatto canino verso la suddetta pulsella, dimentico, il tapino, del fischiante sgualembro pierino in arrivo tra clavicola e collo.
Piero, da quel grand'uomo vissuto che è, capisce che sta per uccidere una persona. Dando fondo a tutta la forza che ha in corpo invia il suo ultimo anelito di vita nelle braccia!!! Si può udire un'inchiodata di tram, uno schiocco di tendini ed uno stridìo di giunture che il T-Rex di Jurassic Park je faceva una cosa brutta!!! Riesce a deviare la lama prima verso l'alto (clavicola salva), poi attorno al crapino dell'Innominato e quindi la rivolge di nuovo in alto, a schivare la spalla destra dell'Innominato, riuscendo a scaricare il possente taglio a vuoto, facendo il contorno dell'arrapato ma riuscendo altresì a non spiccargli la testa dal corpo.
La cosa triste è che, forse, l'Innominato non saprà mai, che Piero, quella sera, gli ha salvato la vita!!!!  ::)
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