Autore Topic: La tradizione  (Letto 50936 volte)

Zaknafein

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Re: La tradizione
« Risposta #15 il: 21 Aprile 2010, 03:47:40 pm »
AVE FRATELLI!

Ciao Sav! :)
Ho alcune considerazioni da fare:

Il Bambacione è considerabile come la più civile delle corazzature, ed è altamente probabile un suo utilizzo in circostanze normali (come ad esempio l'impiego durante uno spostamento o un viaggio).
Ritengo estremamente possibile un'utilizzazione CIVILE simile proprio perché tale protezione poteva avere varie tipologie di manifattura (più o meno robusta variandone il numero di strati e quindi l'ingombro finale).
Sostanzialmente era la strada più comoda per raggiungere un buon compromesso tra vestibilità e protezione globale.
Dire questo non significa affermare che si girava quotidianamente con una corazzatura di piastre completa durante una "passeggiata", senza contare che chi poteva permettersi di PAGARE un Maestro d'Arme non penso fosse cosi FOLLE da girare per il borgo SENZA una guardia personale o SENZA indossare ALMENO una BRIGANTINA occultata sotto le vesti se non appunto un vero e proprio Bambacione fattogli su misura.
Il punto centrale è che chi aveva possibilità economiche (tanto da stipendiare uno o più Maestri per la sua formazione marziale) non lesinava di certo nell'investire anche sulle protezioni che riteneva più idonee per quello che doveva fare.
Dato che a quei tempi era molto semplice subire aggressioni in strada, ritengo fortemente IMPROBABILE che chi era ricco (e quindi più nel mirino della criminalità) girasse senza IDONEE PROTEZIONI (vedasi Brigantine occultate/Bambacioni più sottili) o senza almeno un uomo di scorta.

Sembrano ipotesi plausibili. Credo che in alcuni casi andasse effettivamente così; poi ci sono molti altri casi in cui non fu così, e le cronache lo riportano. Comunque questo già ci basta per fare una sperimentazione su tale equipaggiamento protettivo...in fondo, è una sperimentazione! Sperimentiamo un equipaggiamento che poteva essere più o meno diffuso in strada.
Rispetto alla sua diffusione nelle Sale, può essere ipotizzato ma non suffragato da prove a sufficienza; ma anche qui, comunque, che ci interessa che sia un effettivo dato storico o meno? Possiamo sperimentarlo lo stesso. :)

Per quanto riguarda la battaglia di Lepanto, assolutamente d'accordo sulla tipologia di protezione utilizzata, ma NON molto d'accordo sulla definizione finale di "leggero" di tale equipaggiamento.
Bisogna chiedersi infatti in base a quale parametro questo complesso di corazzature veniva definito "leggero" dai cronisti storici.
Un equipaggiamento simile (costituito da: imbottiturina di base, cotta di maglia, corazza pettorale e dorsale, elmo a celata) ha un peso finale che si aggira ALMENO sui 14-16 kg.
Questo peso di 14-16 kg lo otteniamo SE utilizziamo una cotta di maglia corta (peso 10 kg contando anche l'aggravio extra aggiunto dalla rivettatura degli anelli) e SE montiamo sopra quest'ultima la corazza (se di buona fattura si arriva a 3-4 kg).
Aggiungiamo il peso dell'elmo a celata (almeno 2 kg) e siamo al limite dei 16 kg precitati.
16 kg caricati in prevalenza sul busto e testa a cui vanno aggiunti almeno 2 kg per la protezione degli arti inferiori (solo corazzature femorali), 1 kg per le manopole (500 grammi a testa se di buona fattura).
Questo peso finale risulta essere definibile come "leggero" SOLO se paragonato agli almeno 50 kg di una protezione di piastre integrale tipica di quel periodo (il massimo in fatto di ingegneria bellica applicata alle protezioni passive), ma oggettivamente NON è possibile parlare di POCO PESO in SENSO ASSOLUTO.

Infatti non se ne parla in senso assoluto, ma in paragone agli equipaggiamenti coevi e avversari.

Intendiamoci, sicuramente questo assetto è un tipo di corazzatura MOLTO intelligente perché la libertà di movimento è garantita MOLTO di più rispetto ad un assetto bellico a protezione integrale, ma NON è possibile parlare di ELIMINAZIONE del fattore "FATICA DA PESO".

Certamente no. E' solo una differenza tra schieramenti: uno è più leggero dell'altro.

Chiaramente mi permetto di parlare in questi termini perché ho provato sulla mia pelle più volte (e con varie condizioni climatiche) cosa significa dover gestire il combattimento LIBERO in armatura.
Vi assicuro che anche essere corazzati per un 20 kg totali distribuiti prevalentemente su busto braccia e testa innalza di MOLTO il livello di impegno fisico complessivo.

In questi giorni, per un'attività ricreativa, ho portato una cotta di maglia di circa 12-14 kg per 4-5 ore al giorno; ovviamente ho provato a sperimentare un pochino movimenti e tecniche. Devo dire che è interessante, soprattutto dopo qualche ora di movimento in ambienti naturali (su e giù per colline).

Per quanto riguarda la faccenda del "compromesso storico" utilizzando il Bambacione, è vero mi trovo d'accordo, però ribadisco il concetto che a mio giudizio tale protezione rimane la possibilità storica più attendibile se vogliamo lavorare su un periodo storico abbastanza vasto (spada a 2 mani), e PIENAMENTE IDONEA anche per una visione CIVILE della tecnica stessa (data la precitata VERSATILITA' della protezione e la ENORME PROBABILITA' di un utilizzo CIVILE della medesima).

Io tutta 'sta enorme probabilità la leverei, per sostituirla con qualcosa di più contenuto e documentabile... ;) comunque direi che siamo d'accordo, comunque il bambacione rimane una ottima approssimazione generica del periodo. A proposito, perchè non chiarisci meglio cosa intendi per "bambacione", ovvero le fonti che citi (magari coi link o posta tu delle descrizioni), così tutti quelli che leggono si formano un'idea più precisa?
Così la chiacchierata è più aperta a tutti. :)

AVE FRATELLI IL VOSTRO MORALIZZATORE INFAME SI CONGEDA!

...Se nun so' strani nun ce li volemo!  :-)
Ciao caro, a presto

Z.
 
[/quote]
At last, stars.

Re: La tradizione
« Risposta #16 il: 22 Aprile 2010, 03:42:20 pm »
AVE FRATELLI!

Allora, vediamo un po di radunare e chiarire alcune cose:

COSA E' IL BAMBACIONE-ZUPPA D'ARME-GAMBESON?

Il termine "BAMBACIONE" associato a tale protezione passiva ha origine attorno al 1200.
Attualmente il termine identifica un genere di persona "bonacciona", dagli atteggiamenti molto amichevoli/ingenui.
La variazione di significato del termine è da ricercarsi nella cessazione dell'utilizzo della protezione passiva e nel "riciclaggio" del termine per identificare un qualcosa che idealmente va a richiamare le caratteristiche dell'oggetto originario (in tal caso la "MORBIDEZZA", associata pero' all'indole della persona).

COME SI PRESENTA IL BAMBACIONE?

Il "Bambacione" si presenta come un GROSSO GIACCO IMBOTTITO.
Le sue misure sono variabili, inizialmente la sua lunghezza arrivava sotto il ginocchio dell'utilizzatore, ma mano a mano che ci si avvicina al 1400 e all'uso sempre più diffuso della corazza integrale di piastre le sue dimensioni si restringono in lunghezza fino ad arrivare sotto i glutei o appena sotto la vita.
Lo spessore del "Bambacione" era molto variabile anch'esso, inizialmente era generalmente molto spesso (anche 5 cm) perchè aveva la funzione di dover ASSICURARE protezione contro i colpi d'arma da BOTTA (che la sola cotta di maglia data la sua grande flessibilità NON era in grado di fornire).
L'accoppiata "Bambacione"-Cotta di maglia era formidabile, in quanto riusciva a garantire (al prezzo però di un notevole carico complessivo) una ECCELLENTE protezione sia dai colpi di taglio (cotta di maglia) che da quelli da botta (Bambacione).
A testimonianza di questo ritroviamo i resti dei combattenti caduti nella battaglia di Hastings (1066), che presentano PREVALENTEMENTE FRATTURE AGLI ARTI INFERIORI (che a quel tempo NON avevano alcuna protezione).
L'eccellenza del "Bambacione" in termini di protezione dai colpi da botta/percussione portarono POI alla manifattura di IMBOTTITURE (confezionate con lo stesso procedimento del "Bambacione") a protezione delle GAMBE (altrimenti SCOPERTE come detto).

Attorno al 1250 abbiamo la prima evoluzione della corazzatura in senso TOTALE (corpo completo).

La Protezione passiva su cui si poteva contare in tale periodo era costituita da una IMBOTTITURA TOTALE (Infula, "Bambacione" sino metà coscia o ginocchio con maniche lunghe, manopole, cosciali e schinieri IMBOTTITI (cioè gambe complete)) che veniva interfacciata da un'analoga protezione INTEGRALE di cotta di maglia (abbiamo il debutto ufficiale delle GAMBE IN COTTA DI MAGLIA rispetto ai periodo precedenti).

Le gambe in cotta di maglia venivano confezionate cucendo la cotta direttamente sulla sottostante imbottitura e costituendo alla fine una PROTEZIONE UNICA (a differenza della cotta di maglia per il busto che poteva essere vestita/svestita indipendentemente dal Bambacione precitato).

COME ERA CONFEZIONATO IL BAMBACIONE E LE RESTANTI IMBOTTITURE DA ESSO DERIVATE?

Strati.

Il sarto armaiolo confezionava il Bambacione (e le altre imbottiture di cui abbiamo parlato) cucendo SALDAMENTE l'uno sull'altro vari strati di tessuto.
Il tessuto con cui il Bambacione era costruito poteva essere di tipo differente a seconda della disponibilità economica di chi lo commissionava.
Si andava dal cotone grezzo, al lino, alla lana ALTERNATA al lino o al cotone.
La manifattura a strati si rendeva necessaria per rendere il "Bambacione" AFFIDABILE nel tempo e RESISTENTE.
La stratificazione della protezione AUMENTAVA la robustezza della stessa ma ne INCREMENTAVA il peso in maniera SENSIBILE fino anche a fargli raggiungere alcuni kg di carico complessivo.
Altre tipologie di imbottitura, come per esempio l'utilizzo di bambagia per rendere spesso e morbido il "giacco", sono da ritenersi null'altro che una DEVIAZIONE MENTALE di alcuni produttori ODIERNI di "Bambacioni".
Questo perchè l'imbottitura in tal caso NON è fissata all'interno, e di solito basta una pioggia presa come si deve per fare "scendere" la bambagia dentro il "Bambacione" e far rimanere senza imbottitura (e protezione) una o più sezioni del "Bambacione" stesso (vanificandone quindi l'efficacia protettiva).

Il Bambacione era cucito sia con maniche FISSE che RIMOVIBILI per aumentarne la versatilità di utilizzo.
Si sono trovati anche reperti (più rari) in cui il Bambacione presentava maniche CORTE.
Questa versione probabilmente era in utilizzo nelle milizie cittadine, che erano meno soggette ai rischi degli SCONTRI DI MASSA nelle NORMALI attività di polizia.
Il Bambacione generalmente era CHIUSO e lo si infilava cosi come si indossa una cotta di maglia (cioè cosi come noi indossiamo una felpa, esempio orribile ma efficace).
Abbiamo però casi in cui il Bambacione presentava chiusure laterali con lacci di cuoio.
Rarissime invece le chiusure frontali (sul petto e addome), per il semplice fatto che la rigidità strutturale della protezione sarebbe stata compromessa (essendo aperta e quindi disunita sul davanti).
In ogni caso il "Bambacione" doveva essere costruito su misura per offrire il massimo delle potenzialità difensive di cui era capace.
Questo perchè se troppo stretto portava ALL'ANNULLAMENTO di tutti i movimenti utili, se troppo largo invece rischiava di FALSARE la PROTEZIONE da colpi da BOTTA (l'imbottitura non essendo aderente al corpo non riusciva in tal caso ad assorbire l'energia cinetica dell'impatto dell'arma, non potendola decelerare con progressione).

Tutte queste discussioni sulla struttura rimangono valide anche se ci si sposta nel 1400 e oltre, a variare in tali periodi (cosi come avevamo accennato) è generalmente solo la LUNGHEZZA del capo protettivo.
In ogni caso è bene dire che si potevano ritrovare anche "Bambacioni" più sottili (nel 1400) perchè le piastre della corazzatura consentivano anche da sole un'eccellente assorbimento dei colpi a percussione.
In tal caso il "Bambacione" aveva una valenza "complementare", ed aiutava a dissipare le forse di impatto residue (A meno che non arrivasse UN COLPO D'AZZA PIENO la corazzatura generalmente "teneva" bene e, come è ben noto, per penetrarla bisognava schiodarla almeno in parte).

Spero di essere stato utile nel chiarire alcuni concetti!

Non appena lo avrò a disposizione sarà mia premura portare a farvi vedere (e provare) il Bambacione che ho da poco aquistato per la mia attività (o deformazione mentale) di rievocatore storico (chiaramente FOLLE).

AVE FRATELLI!





Alessandro

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Re: La tradizione
« Risposta #17 il: 29 Aprile 2010, 08:08:55 pm »
Citazione
Non sono d’accordo con Target quando dice …”trovo la cristallizzazione della tradizione filosoficamente ed eticamente sbagliata”… anzi è pur vero il contrario e cioè se parliamo di tradizione dobbiamo necessariamente cristallizzare un determinato evento e periodo e riportarlo ai nostri tempi così com’era ed è pericoloso ed eticamente sbagliato, secondo me, cercare di stravolgerne il senso. È un grosso errore. Così facendo si annulla il concetto di tradizione che inevitabilmente col tempo, scomparirebbe.
"Vankard the Doomed "

Per riprendere questo discorso,dispersosi nei meandri del bambacione e guerre e ricostruzioni.....Accurate d'altre tipologie di protezioni.
Credo,a mio modesto parere che il nocciolo della questione sia da ritrovarsi in queste poche righe.

Sono in parte d'accordo con Vankard in particolar modo quando fa riferimento al presupposto errore di creare ibridi fra cultura e tradizioni antiche e reinventarle in chiave moderna. Allo stesso tempo però,credo che la tradizione di cui stiamo discutendo sia da ricercare nel modo in cui Noi l'applichiamo ed esplichiamo a terzi.
Infatti il mio intervento passato era mirato a far notare come molti rimangono immobili sul voler insegnare le nozioni base/avanzate proprio come si faceva un tempo. Ora non sarà il nostro caso,però per esperienze personali pregresse v'assicuro che accade.

La tradizione in un'arte marziale non può e non deve essere stravolta,essa deve rimanere così com'è fungendo da linea guida su cui poi,con anni e anni d'esperienza,una volta fatta nostra pieni di coscienza in merito possiamo applicarla diversamente con nostro metodo e,di nuovo,se si è in grado di ampliarla e insegnarla come noi conosciamo.


Rifletti prima,combatti poi. Del guerriero è l'arte...