Ivanohe è un Romanzo Storico.
La parola "primo" nn è stata però aggiunta a caso: la mia denominazione di "fantasy" viene da un interpretazione più letterale della stessa parola: fantasia. Lo Scott Infatti, seppur su di un arazzo storico ben nitido e delineato, dipinge un opera di fantasia facendosi aiutare da figure epiche e leggendarie della cultura anglosassone e anche da alcuni personaggi sicuramente meno eroici che rendono piu leggera e divertenta l'intera opera.
Sicuramente l'intento di presentare una realtà storica c'è. E questo viene raggiunto grazie all'ausilio della fantasia. Romanzo-Storico.
Ma maghi, draghi e streghe apparte, questo concetto, seppur rivisitato e portato agli estremi, non permea anche tutta la letteratura "fantasy" che tanto amiamo?
Voglio dire: non sono tutti i romanzi che leggiamo ambientati in ipotetiche epoche dove tutti valori epico cavallereschi ,che sempre ritroviamo nei nostri eroi preferiti, ricalcano periodi storici della nostra cultura( spesso quella medioevale)?
Non ha detto lo stesso Martin che scrivendo "A Song Of Ice And Fire" si è volutamente riferito , ispirato e fatto guidare dagli avvenimenti della Guerra delle Due Rose?
Elabora, ti prego. Perché Ivanhoe sarebbe fantasy (o meglio, perché più dell'Orlando Furioso o delle avventure del Barone di Munchausen, tanto per tirarne fuori due)? Mi sembrava fosse molto storico, anche se molto romanzato.
Ritornando all' aggettivo "primo" intendevo dire "ciò che ha introdotto e anticipato e alla quali canoni si rifà" la letteratura Fantasy.
(Non ho citato l'Orlando furioso e le Chanson de Geste perchè non sono un romanzi )
Scusate se mi sono male espresso .
Caro Morgan,
non ti correggo per romperti le scatole o per criticarti a tutti i costi, tutt'altro, ma solo per restituirti un'immagine più precisa della categoria letteraria "fantasy".
Prima di tutto, bisogna precisare che la categoria è nata...molto dopo di alcuni dei più grandi romanzi che ad essa si ascrivono, come sempre succede. Si tratta pertanto di un'operazione di "taglia e cuci", che deve adattare lavori talvolta molto diversi tra loro in un'unica grande sezione comunicativa.
Per "fantasy", nella comune considerazione italiana, s'intende un genere letterario che abbia a che fare con l'immaginario fantastico; tuttavia questa definizione suggestiva è molto fuorviante, poichè accomuna il fantascientifico (science fiction, ciberpunk, new wave, alternate history) al gotico, all'horror, alla sociologia fantascientifica (o fantascienza sociologica), alla narrazione mitica, a quella epica, al fantasy vero e proprio.
Nell'odierna critica letteraria, in cui è entrato solo recentemente, il Fantasy è il genere che esplora e immagina mondi diversi dal nostro, rielaborati da contesti mitici, letterari, popolari...o semplicemente creati dall'autore. Anche questa definizione, però, è imprecisa: ad esempio la Terra di Mezzo rappresentava, per Tolkien, il passato del nostro mondo...quindi non propriamente un altro mondo (e lasciamo da parte l'ampiezza del lavoro tolkieniano, che già esula da molte categorie...).
Ora, non scendo troppo in profondità per non annoiare, ma anche con questi pochi dati è evidente l'insufficienza cronica della catalogazione in categorie (problema, questo, legato a tutto lo scibile).
Il pensiero che faccio sempre, in questo caso, è che finchè la categoria rimane un utile strumento di comunicazione tra persone, volto alla più semplice percezione di alcune strutture basilari comuni dei lavori, allora ben venga.
Se dev'esser invece una rigida gabbia, così precisa da risultare un'astrazione...perde ogni valore comunicativo, quindi l'utilità.
Che so, riunite un gruppo di storici, di mitologi, di antropologi, di semiotici, di storici delle religioni, di autorità religiose...metteteli in cerchio...e dite a voce alta la parola: "sincretismo!". Poi scappate e gustatevi lo spettacolo...