.....'o nanismo è 'nu grosso probblemm, ma disquisire di questi temi sul forum, per di più nelle aree a ciò dedicate nunn'è ppeccate, anzi! Dimostra che 'cè un'attenta autovalutazione della propria crescita
, e una generosa disposizione a "condividere": un saggio che ho il pregio di conoscere dice che "donare arricchisce gli altri senza impoverire in alcun modo chi dona". Amen
Nello specifico, la tua autoanalisi coglie nel segno, sia quando descrivi le dinamche e le cause dell'errore (l'angolo visuale è quello del "quella avanzata troppo spostata verso il mio lato interno"), sia quando delinei le possibili contromosse.
Bada ben, bada ben, IO non ti ho visto specificamente, ma quello che descrivi è un errore tipicissimo, comune a tutti, e che si ripropone con maggore o minore intensità a diversi livelli.
Tutto nasce dalla tendenza, diffusissima, a "chiudere" le anche e le ginocchia: come cause mettici pure di tutto: la macchina, la sedentarietà
, la prostata, il logorio della vita moderna
, fatto sta che l'homo tecnologicus c'ha 'sta tendenza da contrastare.
Una possibile soluzione? Quella che delinei tu (in pratica mi sto rivendendo il tuo precedente post
): "massima attenzione all'apertura delle ginocchia", e prima di esse delle anche, sin dal primo mo(vi)mento, ossia l'accomodarsi in guardia, che implica anche la definizione dell'asse con l'avversario, occorre ricordarlo: al di là della didattica propedeutica, quando uno si mette in guardia
, di fronte c'è un altro tipo armato di due mani (con dentro una spada
), il che aiuta a definire la linea da me a lui.
Nelle vasche dobbiamo invece "fare da soli" (ma senza tornare ai riferimenti onanistici), ossia:
-definire una linea di percorso, dandoci un preciso punto di riferimento (la parete in fondo?, quella particolare crepa? la spalliera? il fantasma formaggino apparso per l'occasione a darci una mano? fate vobis); questo riferimento surrogherà l'avversario, e ci darà la linea sulla quale disporre la nostra guardia, piedi, ginocchia, anche, bacino , spalle , braccia, punta della spada, sguardo.
Dopo, quando ci muoviamo, basterà mantenere gli assi come li abbiamo impostati all'inizio, e saremo sereni circa il corretto "puntamento", per cui ci potremo concentrare sulla sensazione dell'apertura delle anche e delle ginocchia, e della correttezza di tutto l'assetto.
Altre focalizzazioni utili, per te che sei dotato di leve lunghe, ma che valgono per tutti:
1) non "cammellare": il bacino non sale durante il passo per riscendere insieme al piede che avanza: in realtà il bacino resta alla stessa altezza, sempre, come se slittasse su uno stesso piano: in termini di stabilità ciò fa tutta la differenza del mondo, e ciò vale anche per la questione delle gambe a x.
2) quando il piede si solleva,si avvicina a quelllo che resta fermo e prosegue per poi atterrare più in là, spesso gli facciamo fare anche qualche altro movimento, diverso da quelli di cui sopra, come tale non corretto nè adeguato, e suscettibile di portare il piede medesimo "fuori strada": ad esempio lo spostiamo un po' verso dietro, mentre il piede va solo in avanti, oppure lo solleviamo molto più del necessario (che è, ovviamente, "quanto basta", in questo caso quanto basta per spostarlo senza scoordinarsi)
Molto spesso la 2 è conseguenza della 1, che è una delle cose su cui occorre maggiormente concentrarsi
3) ricordarsi di stendere la gamba arretrata: altra stabilità, ed un ancoraggio che spesso ci evita di "scivolare" fuori asse, compensando con movimenti non corretti, per tentare di recuperare l'equilibrio. La gamba dietro nun ce fa sgarà, e ci detta anche il "ritmo" (termine usato con grane approssimazione, in questa accezione)del passo.
4)mantenere il busto eretto, evitando di "cadere" verso l'interno, magari appresso alla punta della spada, lasciata a pendere verso il basso: questo può provocare una rotazione delle spalle, che si portano dietro il resto
Alla fine, la spinta parte dal bacino, e si sviluppa in avanti: ricordandoci questo, ci sarà più facile tenere sotto controllo i piedi, dato che la loro parte è veramente minima, nonostante le loro manie di protagonismo, che li portano a mettersi in mezzo!!
Qui concludo, sperando di aver dato un contributo a dipanare la matassa (ma per farlo, nulla di meglio di un 10.000 vasche a portar via, vedrai!), e ben "contento"
di non poter per un po' venire in Sala, a far seguire alle parole i fatti (sai che imbarazzo, a far vedere che anche io commetto qualcuno degli errori di cui ho sopra ragionato?!?!