Forum di Scherma Antica, Storica e Classica

L' Accademia => Teoria, Tecnica, Allenamento => Topic aperto da: Spartano - 16 Aprile 2007, 12:13:32 pm

Titolo: La Scherma e le altre Arti Marziali
Inserito da: Spartano - 16 Aprile 2007, 12:13:32 pm
Mi piacerebbe porvi una domanda (e per il momento vorrei limitarmi solo ad ascoltare, qualora ci fossero risposte):

quali differenze notate tra la Scherma che praticate in Sala e le altre Arti Marziali nella misura del DARE del praticante? Non mi riferisco infatti ad un discorso tecnico, che vedrebbe già troppe differenze fra le ALTRE Arti Marziali stesse, parlo piuttosto del messaggio che la Scherma, per come la praticate in Sala, vi è giunto e vi ha fatto capire che è l’Arte che fa per voi, per ciò che sentite in grado di DARE piuttosto di un’altra di quelle più conosciute e praticate nel nostro Paese.
Mi rivolgo sia a chi ne ha praticate altre in passato, sia solamente a chi ha solo un’infarinatura generale acquisita come “spettatori non-praticanti” (tutti sanno cosa sia il pugilato, no?) e abbia dei preconcetti, giusti o meno, su di esse.
Intendo riferirmi alle differenze (se ne trovate) che vi potrebbero comportare uno specifico approccio alla pratica, mentalità del praticante, impegno fisico e psicologico, finalità, ecc. diverso da quello che immaginate o sapete sia PIU’ legato ad un’altra Arte Marziale o Sport da Combattimento (ring).

Qualcuno si cimenta?
Diego
Titolo: Re: La Scherma e le altre Arti Marziali
Inserito da: - Ramingo - - 16 Aprile 2007, 01:38:04 pm
Io faccio un piccolo tentativo, premettendo che non faccio arti marziali da tempo immemore e che anche quando l'ho fatte erano in un piccolo paese e quindi una esperienza molto limitata rispetto a quello che si possa magari trovare con un bravo maestro qui a Roma.

Sono arrivato alla Sala un anno e mezzo fa, prima a Romics, poi una prima lezione pre-natalizia in cui c'è stato un caso (raro) di assalto libero in sala, poi a Gennaio in concomitanza con il primo meeting nazionale romano (era il primo, giusto?), e ho avuto subito un impatto particolare.

Prima di tutto non era niente di quel che temevo fossero le lezioni di scherma medioevale dai racconti di amici (gente che si prendeva a vangate con spranghe di ferro, fondamentalmente). Ho notato massima serietà, attenzione alla sicurezza con protezioni e riscaldamento adeguato, tentativo di approfondire il discorso non solo dal punto di vista dell'arte marziale in se, ma anche dal punto di vista storico, e niente veniva presentato come 'Il Verbo Assoluto' che pioveva dal cielo dal saggio maestro, ma come il frutto di studi, ricerca, pratica (o in alcuni casi, come la striscia, anche anni di tradizione), insomma non una tradizione in cui tutto è ratificato ma come qualcosa da scoprire continuamente ed esplorare, con maestri, prevosti ed allievi più anziani come guida ma che richiedono un percorso personale che spinge ad un continuo uso del raziocinio e dell'analisi critica (su se stesso e di riflesso anche sul resto). (Su questo punto però potrebbe esserci vicinanza con le altre arti, se praticate con bravi maestri e in una età della ragione, non so)

Ma, se devo dire la mia impressione sulla fondamentale differenza tra questa "arte marziale" e le altre, è questa:
Nelle altre arti marziali che ho visto (e un po' praticato) l'attenzione di ciascuno sembra spostata sempre sul perfezionamento fisico, tecnico, ed eventualmente mentale e spirituale del singolo, nella preparazione (in alcuni casi almeno) a combattimenti in tornei dentro o fuori la sala. E' l'Artista Marziale, con i suoi gradi di preparazione ben precisi, che mira a realizzare il proprio massimo potenziale, ma il resto del mondo sono più potenziali avversari o 'colleghi' (non uso compagni per un motivo preciso) di studio che altro. Inoltre le arti sono potenzialmente utilizzabili per infliggere sul serio del male alle persone attorno a noi, cioè sono realmente impiegabili nella vita di ogni giorno. Insomma c'è competizione, aggressività, individualità.

Nella scherma invece il duello o l'assalto libero non necessariamente è uno contro uno, innanzitutto (anche se in quei rari esempi che ho visto, ho notato pochissimo 'gioco di squadra', se permettete una nota da esterno), non è il fine ultimo dell'allenamento, ma solo un momento ulteriore di confronto (e si, competizione tra singoli, ma che inizia e finisce nella durata degli assalti) e crescita, gestita quindi dai contendenti con onestà nel segnalare i colpi ricevuti e rispetto per l'avversario. Il fatto che non si possa andare a colpo pieno e non ci sia quasi mai un reale contatto fisico, oltre al fatto che si usano armi potenzialmente letali, inoltre, limita l'aggressività di tutti, e ci si ritrova invece in un esercizio di concentrazione e autocontrollo. Detto altrimenti, di Volontà, in cui il primo nemico siamo noi stessi.
Infine, un po' per l'immaginario collettivo, un po' per il modo di praticare nella sala d'armi, quando negli esercizi uno contro uno o gli allievi più esperti ci correggono, ognuno con la propria esperienza, indole e bagaglio tecnico, un po' anche per il fatto che è praticabile in assalti di mischia e non solo in duelli uno contro uno, la sala diventa più una (non ridete, so che può suonare buffo o fanatico, non vuole essere né l'uno né l'altro) Confraternita d'Arme, senza però gli aspetti deleteri che si ritrovano in confraternite militari oggigiorno (nessuno di noi si sporca le mani di sangue).
Se dovessi, in maniera molto semplificativa, usare tre termini rispetto a quelle che ho usato nelle altre arti marziali, userei collaborazione, autocontrollo e ... fratellanza? trovate un termine migliore

Questi sono i miei limitatissimi 2 cent, dal basso della mia esperienza :)
 
Titolo: Re: La Scherma e le altre Arti Marziali
Inserito da: Alex - 16 Aprile 2007, 03:08:15 pm
Non sono sicuro di aver compreso bene la domanda.
Ci stai chiedendo se e quali differenze ci sono, per noi, nell'approccio alla Scherma rispetto a quello che abbiamo (o avremmo) avuto praticando altre arti marziali?
Se è questa la domanda, mi sento molto vicino a quanto esposto da Raf (Ramingo), ma rispetto ad essa vorrei fare alcune precisazioni (parlo sempre per me, naturalmente!).
Inizierei col distinguere tra sport, arte marziale e pratica sportiva/marziale con finalità di ricerca storica.

Lo sport ha finalità puramente agonistiche. Un nuotatore è un nuotatore, e un nuotatore forte non è più consapevole di sè di uno meno forte (tant'è che basta riempirlo di doping e ottenere un nuotatore ancora più forte). Anzi, spesso un inadeguato controllo di sè porta alla rovina anche i più grandi campioni (Maradona è solo l'ultimo esempio).
Lo sport è appiattito sulla pratica fisica, e tutto il resto o viene da una spinta personale o non è fornito dallo sport in quanto tale.

Un'arte marziale ha invece origini ben diverse.
Pur non essendo un esperto in materia, ho conosciuto e parlato con diversi artisti marziali, e nel momento in cui si insegnano delle tecniche per offendere e per difendersi, diventa NECESSARIA una consapevolezza di sè (pensiamo solo alla capacità di offendere che non viene data al primo che passa).
Naturalmente per sopravvivere l'arte marziale ha bisogno di una dimensione sportiva, ma benchè questa sia la più pubblicizzata, non è la più importante.

Au contraire, quel che noi facciamo è sostanzialmente una pratica marziale con finalità di ricerca storica: cerchiamo, tramite la pratica del "try & error" di capire se quello che facciamo abbia avuto un fondamento storico.
In questo ci distinguiamo di molto dalla pratica sportiva (l'aspetto agonistico è inutile con queste finalità in mente) e marziale (non dobbiamo duellare, nè dal vivo, nè su una pedana, ma capire come si duellava).
Certo, nel farlo dobbiamo essere quanto più possibile realistici, ma non dobbiamo esserlo ad ogni costo, altrimenti saremmo nel 1700 o su una pedana da scherma sportiva. :)

I miei 2 cents!
Titolo: Re: La Scherma e le altre Arti Marziali
Inserito da: Spartano - 16 Aprile 2007, 03:22:36 pm
Non sono sicuro di aver compreso bene la domanda.
Ci stai chiedendo se e quali differenze ci sono, per noi, nell'approccio alla Scherma rispetto a quello che abbiamo (o avremmo) avuto praticando altre arti marziali?

E' esatto, Alex.
Titolo: Re: La Scherma e le altre Arti Marziali
Inserito da: - Ramingo - - 16 Aprile 2007, 03:30:11 pm
Poi, dopo aver buttato il sasso nello stagno, ti farai avanti anche tu, vero?  :P
Titolo: Re: La Scherma e le altre Arti Marziali
Inserito da: Spartano - 16 Aprile 2007, 03:34:44 pm
Certo. A suo tempo.
Per ora sono solo curioso di osservare le vostre verità, (essendo uno degli ultimi arrivati) senza influenzare nessuno o creare dibattiti che ritengo al momento inutili, dato che l'iniziativa vuole essere una specie di sondaggio.

Titolo: Re: La Scherma e le altre Arti Marziali
Inserito da: Zaknafein - 18 Aprile 2007, 02:49:13 am
Credo che Spartano voglia chiedervi, in sostanza, che conosciuta la Scherma per come si fa da noi, in Sala:

- cosa sentite di dover "dare" in questa pratica?
- cosa riuscite veramente a dare?
- che tipo di approccio avete, nella pratica?
- che cosa vi dà, indietro, la Scherma?

E' una domanda personale, comunque, non generica, rivolta singolarmente a ognuno di voi.


Spartan, se ho interpretato male ti chiedo scusa!
Titolo: Re: La Scherma e le altre Arti Marziali
Inserito da: Spartano - 18 Aprile 2007, 09:01:26 am
Hai interpretato bene, Capitano  #:|
Titolo: Re: La Scherma e le altre Arti Marziali
Inserito da: - Ramingo - - 18 Aprile 2007, 12:11:26 pm
Giusto ieri sera pensavo che la mia risposta non era completa, visto che mancava la parte personale.

Però lascio la scena prima a qualcun altro, anche perché considerazioni così personali preferisco solitamente affidarle a discussioni tra pochi. Poi magari dirò la mia
Titolo: Re: La Scherma e le altre Arti Marziali
Inserito da: Spartano - 05 Maggio 2007, 06:55:14 pm
Passato il tempo previsto dò il mio contributo.
Risposta: "NESSUNA DIFFERENZA".
Ciao
Titolo: Re: La Scherma e le altre Arti Marziali
Inserito da: Zaknafein - 06 Maggio 2007, 07:54:52 pm
Beh, nessun altro partecipa?
Titolo: Re: La Scherma e le altre Arti Marziali
Inserito da: Tetsuo - 07 Maggio 2007, 12:20:03 pm
Partendo dal quesito originale dello Spartano, personalmente posso dire di trovare nella Scherma Tradizionale una disciplina altamente stimolante dal punto di vista tecnico ed intellettuale; inoltre sono attratto da pratiche marziali che non facciano un uso preponderante della "forza" e della "aggressività" nè tantomento risultino tendere ad una spiccata attitudine (anche educativa purtroppo) ultra-agonistica.
Non a caso nello specifico, rispetto all'Aikido, Arte Marziale che ho praticato per molti anni, ritrovo tantissime affinità - dallo studio "esasperato" dei concetti di Spazio (Misura) e Tempo, alla razionalizzazione della fisica e della dinamica dei movimenti, al continuo ri-adattamento delle proprie intenzioni ed azioni rispetto al ritorno che abbiamo dal nostro contendente, ecc. ecc.
Queste comunque sono solo delle osservazioni abbastanza rapide e forse anche un pò scontate ma  vorrei andare un pò oltre.
E' dal mese di settembre che sono approdato a questi lidi ed alla pratica della Scherma così come è intesa dalla Fisas e come viene insegnata alla Zak. Purtroppo la mia frequenza è stata un pò discontinua ed è sicuramente anche per questo che mi sento di dire che per me nove mesi non sono abbastanza.
Il problema è che non sono affatto convinto che esista "La Scherma" in sè.
Esiste un insieme articolato e complesso rappresentato dall'Arte, da come e da chi questa viene insegnata, dalle persone con le quali si condivide la pratica, e da come io stesso sono in grado di relazionarmi con tutto questo. Ed è rispetto a questo "soggetto" che sento di dovermi misurare, ed in questo caso, esprimere un parere.
Nove mesi sembra in effetti un lungo periodo di tempo, detto così, ma per me, per avere una visione abbastanza sedimentata delle cose, non è poi così lungo.
Non so, forse per qualcuno è molto più semplice, ma io temo di essere abituato a tempi un pò più dilatati.
Ora, per non perdermi troppo nei meandri delle mie stesse riflessioni, e per non tediare ulteriormente l'incauto lettore, cercherò di seguire anche la traccia indicata dai quesiti del Franz e rendervi partecipi delle mie impressioni, sebbene non definitive - sempre partendo dal presupposto che non posso discutere della "Scherma", ma della Scherma Tradizionale così come insegnata nella sala Zaknafein di Roma e praticata insieme agli allievi di questa Sala:

Cosa sentite di dare a questa pratica: per quanto possibile impegno e dedizione, non solo nella pratica tecnica ma anche per creare un buon ambiente ed una buona atmosfera da poter condividere con gli altri.
Cosa riuscite a dare a questa pratica: purtroppo un pò meno impegno ed un pò meno dedizione di quella che vorrei :)
Che tipo di approccio avete nella pratica: cerco di ascoltare quello che viene detto (per poi magari elaborare criticamente) più che chiedere in continuazione....... è così che sono stato educato.
Che cosa vi da indietro la Scherma: alimenta quella parte di me (quella a cui tengo di più) che spesso durante il giorno e nel quotidiano in genere se ne sta assopita da qualche parte...  ;)
 
 ^__^
Titolo: Re: La Scherma e le altre Arti Marziali
Inserito da: Alessandro - 02 Marzo 2010, 05:57:30 pm
Le arti marziali nascono da esigenze socio-culturali e fisiche che le rende uniche da paese a paese. Proprio per questo è impossibile stabilire quale sia l'arte marziale che predomina per efficacia e facilità d'apprendimento. Le arti marziali sono stato create per proteggere il proprio popolo o per distruggerne un altro,ma i due volti sono della stessa medaglia e in questo viene in aiuto la filosofia Taoista dello Ying e dello Yang [ Nel bene c'è un pò di male e nel male c'è un pò di bene ].
Stessa è la medaglia,ma l'uso che se ne fa dipende unicamente dal possessore di chi la padroneggia,se si vuole comprendere veramente l'arte che si sta apprendendo non bisogna a mio avviso,cercare altrove,bensì trovare in noi stessi lo scopo per cui proviamo a padroneggiare l'arte.

Altra motivazione per la quale viene chiamata ARTE e non sport da combattimento [ Kumité - Wushu sportivo ] è perchè ci arricchisce rendendoci consapevoli delle nostre paure e di come poterle affrontare,recita Li Quan: "Un guerriero esperto prova più paura di un guerriero meno esperto,perchè sa a cosa va incontro." [ Autore riscontrabile in "L'arte della guerra di Sun Tsu ] .

Non per questo l'arte marziale ci rende codardi,ma la verità è da ricercare nel fatto che consapevoli di ciò che stiamo affrontando,siamo consapevoli d'averne paura,ma l'arte marziale ci aiuta ad affrontare il problema e non a voltargli le spalle.

Volendo chiudere questo mio discorso rimanendo On-Topic dico che non esistono differenze nelle arti marziali,le differenze le vediamo noi con i nostri occhi critici e indagatori,con i nostri pregiudizi e chiusure mentali. La riprova di questo mio pensiero è soltanto una,ma credo che basti:

Le arti marziali da quando sono state create non sono mai state cambiate del tutto,sono rimaste così,ne sono cresciute e morte molte,ma le radici di queste non sono mai state eradicate,l'uomo invece da allora a oggi,è cambiato molto...



Spero d'aver espresso chiari i miei pensieri,a presto.
Titolo: Re: La Scherma e le altre Arti Marziali
Inserito da: Zaknafein - 08 Marzo 2010, 07:43:15 pm
Un altro aspetto peculiare dell'Arte Marziale, secondo me, è la ricerca del perfezionamento del gesto, del miglioramento tecnico. Che non vuol dire solamente "tirare" o combattere bene, ma proprio cercare di raggiungere la migliore esecuzione di ogni gesto.
Voi che ne pensate?

Z.
Titolo: Re: La Scherma e le altre Arti Marziali
Inserito da: Alessandro - 09 Marzo 2010, 03:11:37 pm
Ogni forma d'arte è a se,ma non il suo scopo ultimo. Si c'è chi ne ricerca l'accuratezza,chi la massima espressione in forza,chi in tecnica,chi ricerca le fondamente su cui si basa il principio dell'arte marziale in apprendimento. Per chiunque questi concenti,seppur non i soli,possono essere scoperti man mano che si procede nel cammino,ma secondo me è la compresione di ciò che si vuole ricercare e una volta trovato,conoscere ogni dettaglio e sfruttare al massimo questa conoscenza fino a farla diventare propria.

Per me questo è la massima espressione dell'arte marziale,apprendere,fare propri le fondamente e applicarle comunamente.

Titolo: Re: La Scherma e le altre Arti Marziali
Inserito da: dejudicibus - 25 Novembre 2013, 07:14:51 pm
UN PICCOLO CONTRIBUTO

Pratico arti marziali da quand'ero bambini: judo, karate, aikido, kung-fu, krav maga, oltre ad aver imparato ad usare vari tipi di armi moderne, come l'arco, la pistola, il fucile, il coltello. Come molti appassionati ho anche studiato l'origine e la storie di molte delle arti che ho praticato e anche di altre, solo provate saltuariamente.

Tutte le arti marziali hanno la loro più antica origine nella necessità di addestrare gli uomini alla guerra e si dividono in due grandi famiglie: quelle nate in ambito militare e quelle nate in ambito civile. La maggior parte delle arti marziali orientali, ad esempio, sono discendenti delle antiche arti militari indiane, anche se alcune forme poi sono state traslate in ambito civile, come il kung-fu.

Nelle antiche civiltà (sumeri, assiri, babilonesi, greci, macedoni, romani) le arti marziali militari si svilupparono essenzialmente per permettere ai soldati di combattere in situazioni nelle quali, a parte arco e lancia, la maggior parte dei combattimenti finiva nel corpo a corpo. Sono arti molto pratiche e molto formalizzate, in quanto dovevano essere usate per addestrare tutti i soldati, dato che gli eserciti erano piccoli e i soldati quasi tutti professionisti (ovvero facevano i soldati per anni se non a vita).

Dopo la caduta dell'impero romano, invece, gli eserciti crebbero di dimensioni ma si divisero in due grandi blocchi: i soldati professionisti, generalmente nobili, cadetti, o soldati di ventura, che continuarono a sviluppare tali arti, e il popolo, che veniva arruolato solo quando necessario e combatteva con armi di fortuna senza alcuna preparazione (bastoni, mazze, forconi, accette, utensili vari, spesso portati via dalla bottega).

Le arti marziali civili invece nascono dal fatto che in molti Paesi ai civili, soprattutto al popolo, non era permesso avere armi tradizionali, come spada o lancia, per cui furono sviluppate tutta una serie di tecniche a mani nude o basate su oggetti di comune utilizzo, come gli strumenti agricoli. Molte armi cinesi hanno questa origine, se si escludono la spada, la lancia e l'arco.

Molte di queste tecniche si affinarono sia all'interno di organizzazioni nate per abbattere governi nell'ambito di guerre civili e rivoluzioni, sia all'interno di organizzazioni criminali come le varie mafie o le milizie private (ninja).

Col passare dei secoli le arti marziali assunsero un ruolo sempre meno importante in ambito militare grazie all'introduzione prima delle armi da fuoco, poi degli aeroplani e di altri mezzi che permettono di dare al singolo soldato una buona capacità offensiva a fronte di un addestramento abbastanza breve e comunque non paragonabile ai lunghi anni di pratica che in passato un soldato doveva avere per sopravvivere a un combattimento.

Così, mentre le arti marziali tendevano ad assumere un ruolo di secondo piano in ambito militare, diventavano sempre più popolari in quello civile, soprattutto per difesa personale. Mercanti e nobili dovevano difendersi da briganti, pirati, ladri, assassini e soprattutto altri mercanti e nobili che volevano farli fuori. Nell'Europa dal '400 fino ancora all'800, è soprattutto la scherma a farla da padrone fra i più benestanti, la boxe e l'uso del coltello fra i popolani. Negli Stati Uniti, le armi da fuoco per uso personale divennero così diffuse da diventare un vero e proprio diritto costituzionale.

Oggi giorno le arti marziali sono di nuovo divise in due grandi blocchi, ma spesso la stessa arte è utilizzata in entrambi sebbene in modo diverso. Il primo blocco è quello delle arti marziali intese come discipline sportive, il secondo dalle misure da combattimento.

Quasi tutte le arti marziali antiche oggi hanno dato origine a una qualche forma di disciplina sportiva e sono caratterizzate da una certa regolamentazione, l'uso di protezioni e la limitazione delle tecniche o delle armi atte ad offendere. Inoltre, in quelle che hanno ormai tutte le caratteristiche di un vero e proprio sport, c'è una classificazione dei praticanti che fa sì che generalmente si combatta uno contro uno e nella stessa classe per genere e per peso. Nei combattimenti agonistici le tecniche sono ridotte all'essenziale, sia per evitare danni maggiori, sia per praticità, dato che alla fine le tecniche più efficaci sono anche spesso quelle più semplici.

Le arti marziali europee antiche, come la Scherma Storica, si pone a metà strada: come disciplina sportiva è regolamentata e limitata, ma non essendo ancora un vero e proprio sport, può permettersi di considerare situazioni più realistiche, come il combattimento contro più avversari, su terreno o in condizioni climatiche avverse, con un uso dell'arma molto pratico che cerca il risultato al di là di una visione idealistica di eleganza. Quindi prese della lama con la mano, colpi dati con l'elsa, pestoni, leve e altre tecniche che in parte assomigliano a quelle più proprie delle misure da combattimento.

Le misure da combattimento vere e proprie sono comunque tutt'altra cosa. Per lo più usate in ambito militare, hanno alcune varianti disegnate per la difesa personale o per le forze dell'ordine. Quelle militari e per le forze dell'ordine sono per lo più offensive, quelle per uso personale difensive.

In entrambi i casi non si cerca il combattimento, come nelle arti marziali. In genere un combattimento di arti marziali è formato da una o più riprese dai 3 ai 5 minuti ciascuna, mentre nelle misure da combattimento la regola primaria è sganciarsi quanto prima. L'ingaggio deve durare dai 5 ai 10 secondi e non ci sono schemi predefiniti, perché si parte dal presupposto che non puoi sempre scegliere il terreno o l'avversario.

Quindi ci si può trovare ad affrontare uno o più avversari, avversari di genere e taglie differenti, dotati di armi e conoscenze molto differenziate, in condizioni ambientali e anche personali e psicologiche estremamente varie. Un esempio è il CKM, cioè il Commando Krav Maga. Bisogna quindi affrontare a mani nude un avversario dotato di coltello, pistola, bastone, oppure difendersi dopo essere caduti a terra anche se circondati da due o più persone che ti colpiscono a calci o pugni, saper lottare in spazi ristretti, come l'abitacolo di un auto, un ascensore, oppure in mezzo ai tavoli di un ristorante, in condizioni di luce limitate se non al buio o quasi.

Le tecniche offensive sono usate oggi prevalentemente dai commando e dagli agenti segreti (fra i migliori quelli del Mossad), per cui l'obbiettivo è eliminare l'avversario nel tempo più breve possibile e in silenzio. Si studia bene l'anatomia, sia maschile che femminile, soprattutto articolazioni e punti deboli come la trachea. Si usano leve e strangolamenti se si è a mani nude, raramente si colpisce a pugno chiuso perché si deve colpire senza danneggiarsi la mano, oppure si utilizzano armi piccole e facilmente portabili, come lacci e coltelli.

Le tecniche difensive sono usate per la difesa personale, come quelle antistupro e hanno come obiettivo la sopravvivenza. Ferire o uccidere l'avversario è secondario, se l'obiettivo è garantito. Quindi si studia, ad esempio, anche la fuga, che non è un semplice scappar via ma va impostata e scelta come strategia solo se ci sono le condizioni per attuarla. Bisogna saper sfruttare il terreno, essere capaci di spostarsi per assumere un vantaggio tattico, usare la psicologia per mostrarsi vigliacchi o impauriti, ovvero ingannare l'avversario. L'inganno è un arma a tutti gli effetti e nelle difesa personale non c' alcuna regola d'onore: conta solo sopravvivere.

Ogni arte è comunque legata a una cultura: alcune, specie quelle civili o sportive, sono spesso legate a filosofie di vita che attendono anche ad altri ambiti, come la salute, la medicina, il rapporto con gli altri. Un esempio è il kung-fu. Altre sono essenziali, non lasciano margine ad alcun aspetto filosofico ma sfruttano al contrario la psicologia, come insegnato da Sun Tzu nell'Arte della Guerra. Il tono della voce, la postura, le parole usate, sono tutte armi che preparano l'attacco o la difesa, spesso essenziali per la riuscita dell'azione.

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