Autore Topic: Irlanda AD 1024 - Prologo, Parte Terza  (Letto 5566 volte)

Tetsuo

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Irlanda AD 1024 - Prologo, Parte Terza
« il: 09 Aprile 2007, 08:23:23 pm »
Costa Settentrionale,
sorvolando la brughiera, alba di un nuovo giorno.



Dapprima diafano lucore diffuso appena percepibile, tempo lento, rarefatto.
Un fiume placido, denso come un bel ricordo sbiadito.
Poi il prodigio della luce che si frammenta, dal bianco abbraccio ai singoli componenti essenziali, rosa, indaco, cobalto.... i colori ambasciatori del giorno che verrà. Sfumature incerte, come emozioni e sensazioni quasi dimenticate, prigioniere dietro l’evanescenza di un ricordo lontano.
La luce cambiava, laggiù ad oriente, oltre l’amata Tara, oltre la selvaggia Dalriada, l’Aurora dalle rosse dita cedeva all’Alba. A breve il sole sarebbe sorto.
Giù in basso, molte leghe sotto di lei, il grigio ed il nero della notte si ritiravano a poco a poco di fronte all’avanzata discreta del nuovo giorno. I colori riprendevano possesso della terra di Tara.
Amava perdersi in quel fiume placido, in quegli istanti che sembravano eterni. Amava osservare come tutto a poco a poco cambiava attorno a lei, suoni, colori, l’umore del tocco del vento sulla sua pelle.
Tutto era in perenne cambiamento, ma era un fiume placido e pigro e c’era tutto il tempo per abbandonarsi.
Amava osservare il sorgere del sole.
Amava farlo nel Suo abbraccio.
 
Marador era tutto intorno a lei. L’avvolgeva completamente, mentre si libravano placidamente abbandonandosi ai venti ed alle correnti. Si sentiva protetta ed amata in quell’abbraccio, da sempre.
<Riesci a vederli Lyenn?> La voce di Marador era morbida come il suono del vento in un canneto.
<Non ancora> Lyenn si riscosse, e non senza un piccolo rimpianto si costrinse ad abbandonare quel dolce fluire di emozioni e sensazioni nel quale da molto stava ormai indugiando, fin dall’inizio di quel volo.
Si sforzò di concentrarsi sulla terraferma, giù sotto di loro.
Il suo sguardo spaziava sulla brughiera e sui margini della cupa foresta che a poco a poco riacquistavano i propri colori nella crescente luce del mattino.
Vide i piccoli esseri della notte rientrare nei propri rifugi. Vide i piccoli fiori scrollarsi di dosso il freddo notturno e donare al giorno i propri colori. Vide milioni di piccole stelle bruciare in un attimo effimero salutando la nuova luce, quando la rugiada che ricopriva la brughiera si illuminò brevemente riflettendo i primi raggi di sole.
Vide questo, ma ancora non c’era traccia di coloro che stavano cercando.
Intorno a loro intanto, altre nuvole si libravano in balia dei venti, cambiando lentamente di forma e di colore. Nuvole come cose vive. Come il respiro di antichi Dei scomparsi.
 
Lyenn si sforzò ancora per non abbandonarsi a quest’altro meraviglioso spettacolo che la circondava, e riportò lo sguardo in basso.
Stavano superando lentamente un crinale di basse colline che lambivano i margini della foresta. La brughiera in quella zona era molto rocciosa, punteggiata da piccoli stagni ed acquitrini, ancora preda delle spire di una densa foschia.
 
Una conca sul fianco di uno dei pendii più scoscesi lentamente si svelò alla vista di Lyenn e fu lì che li vide chiaramente.
 
<Marador..> Attirò l’attenzione del suo amato sulla scena ormai chiaramente distinguibile.
 
Creature scure, dalle vaghe fattezze umane, ma più grandi e possenti, erano riunite accanto all’imboccatura di una piccola caverna. Erano ricoperte di una fitta pelliccia, ognuna di un colore e di un tipo leggermente differente da quella delle altre.
Mutaforma,
Figli della Luna.
Era trascorso molto tempo da quando per l’ultima volta erano stati visti così vicino ai Boschi di Luce.
Dunque il Wifkin aveva detto il vero….
 
<Lyenn…> Ansia nella voce di Marador?
<Sì… > Rispose lei serenamente. <Portati ancora un po’ più ad oriente, ecco, sopra a quel gruppo di querce>.
 
Si librarono ancora per qualche minuto, ma stavolta Lyenn non si lasciò più distrarre dalla bellezza di ciò che la circondava e continuò ad osservare i Mutaforma.
 
<Lyenn.. Farai attenzione vero?>  La voce di Marador come frusciare di foglie d’autunno.
<Si..>
 
Amava farsi avvolgere da lui per lasciarsi portare in alto tra i venti, librarsi insieme lì tra le nuvole…
Ma amava anche quando a poco a poco si svincolava dal suo dolce abbraccio, riacquistando quella parte di sé che così profondamente aveva lasciato che si fondesse con lui.
Amava lasciarsi scivolare.
Abbandonarsi alla caduta.
Amava sibilare nel vento ed amava l’anticipazione dell’abbraccio finale con la terra che la chiamava a sé.
D’altra parte nulla durava per sempre…..
 
Lyenn si lasciò cadere.
Alzò lo sguardo su di lui un’ultima volta.
<Ti amo Marador..> sussurrò. 
 
Un improvviso scroscio di pioggia investì la macchia di querce, non molto lontano dal crinale.
Il capobranco voltò lo sguardo in quella direzione.
Nulla di speciale.
Il tempo era più capriccioso del solito in questa stagione.
Sollevando lo sguardo vide che dopotutto sembrava essere solo una nuvola passeggera.
 
Tetsuo Kun
  - ferro -

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