Edizione inglese
Caro Ramingo [...]
Ora: Jordan non presenta una struttura testuale complessa come quella di Martin...magari è solo una mia riverenza per Martin, ma mi pare che affrontarlo in inglese, volendolo apprezzare appieno nelle sfumature, sia un compito un po' tosto.
Tu lo affronti bene? E' solo una mia venerazione verso il vecchio zio Martin? Che ne pensi?
Ciao,
Z.
A parte le banfate, non mi sento di dire di dominare la lingua inglese tanto quanto quella italiana, da non perdermi ogni tanto delle sfumature, anche se leggo regolarmente alcuni autori in questa lingua (Pratchett, sopra tutti, e tutti i gdr).
Anzi, a dire il vero, se parto dalla lettura italiana e poi passo a metà opera a quella inglese, spesso e volentieri, come mi è successo anche con Martin, mi trovo spaesato da cambi di nomi e dal cambio di stile. Non è semplice e a volte prima di metà libro vago a disagio tra le pagine.
Di solito preferisco ripartire a rileggere tutto dal primo, quando posso, e comunque faccio prima a scindere completamente l'autore come lo conoscevo da quel che leggo, e ripartire ex novo.
Però in questa discussione c'è l'eterno cruccio del lettore non in lingua originale: sto leggendo l'autore, davvero, o l'interpretazione, che per quanto fedele è sempre interpretazione e in un'altra lingua (e quindi con differenti schemi letterali e mentali), del traduttore?
Ciononostante, dopo l'ennesimo volume spezzato in due, e sapendo che avrei aspettato un anno e mezzo... al diavolo, preferisco recuperare le versioni inglesi e ricominciare, così mi faccio anche un bel ripasso per la cronaca di Westeros