Evviva questo dibattito!!!!
Data l'ora non posso dilungarmi come amerei (ossia TANTO
, come forse è ormai noto...), per cui per ora chioserò con una ulterirore citazione letteraria: caro Luca, ti è andata ancora bene, nell'assister alle diminutiones a danno del cestista fallito di Ajaccio: se avrai l'ardire, la fortezza e il senso calvinistico dell'esistenza necessari e bastevoli per la lettura integrale di "Guerra e Pace" del sor Leone troverai ivi declamate alcune tonnellate di ultradeterminismo storico, di purissima foggia ideologica, (forse) quindi assolutista, in nome del quale il contributo del piccolo Napo alle.... sue stesse vittorie è ridotto al lumicino, sia dal punto di vista squisitamente tecnico/tattico, sia, il che è ancora più sorprendente, sul piano del carisma e della capacità di leadership.
Il buon Lev ci va giù pesante, e non scomoda nemmeno i suoi personaggi, affidando queste poco meno che invettive alla propria stessa "voce fuori campo", elargendoci svariati e ripetuti sermoni in stile excusatio non petita et cetera, che al confronto la famigerata "colonna Infame" di Sandrino Manzoni pare un numero speciale di Alan Ford!
qual'è l'assunto di fondo?! La considerazione che l'esercito non esiste come tale, ma come risultante non sommatoria degli individui che lo compongono, i quali tutto devono, affidano e rimandano, degli esiti della battaglia, all'insieme delle circostanze di tempo, luogo, condizioni psico/fisiche individuali; da un lato, perchè dall'altro indovina un po' qual'è il deus ex machina? La cugina russa della Manzoniana Provvidenza (Manzoniana è il cognome)
>:
QUINDI, secondo questo particolare autore di romanzi storici, i successi dei franzosen sono dovuti ad un mix di elementi ultraoggettivi come il numero schiacciantissimo o lo strapotere economico/logistico (in questo Leone ruggisce in senso contrario al romanziere da te citato, parrebbe, e allora come la mettiamo? che i russi avevano preso più schiaffi degli inglesi può essere una chiave di lettura, in un contesto iper nazionalistico?!?!
), giustapposti a fattori ultronei come il Destino (IL MONDO E' MIO!) e incorniciati dalle CIRCOSTANZE attinenti ad un gruppo di individui che, sempre parrebbe, si trovavano spesso per caso ad incrociarsi, e sempre, guarda un po' la combinazione, su campi di battaglia sparsi in mezza Europa; e pensa un po', ogni volta qualcuno vinceva una battaglia e qualcun altro la perdeva (spesso vinceva la stessa parte), tutto in base prevalentemente agli estri dei cuochi della sera precedente.
In conclusione, Luca, la si potrebbe vedere così: strategie e modalità organizzative degli eserciti europei si potrebbero assumere come livellate nelle varie nazioni (e cmq resta il mistero di come fossero concepite) ma la superiorità della cuisine française ce la fa su tutto e tutti: eeehhhhh, la dieta mediterranea!
Ne consegue la Grande Intuizione: il Bonapate NON è stato il più grande condottiero del suo tempo, bensì un immenso ed intuitivo Maitre de Salle su scala europea!
Sin qui ho un po' scherzato su quella che naturalmente non vuole essere altro che una mia personale valutazione delle tesi esposte in "guerra e Pace".
Il dato di fatto è che spesso quegli autori che perseguono un approccio deterministico (o tentano di farlo), in ossequio alla considerazione per la quale sia questa la via migliore per un'interpretazione attendibile del "vero storico", digeriscono male le figure individuali di maggior spicco, e più di tutti vivono male il rapporto con Napoleone, scomodamente molto più vicino e vivido di un Giulio Cesare o del tre volte Campione del Mondo Big Alex from Fruit Salad. In genere queste individualità così di spicco, così asistematiche, così pervasive nel caratterizzare svariati aspetti della loro epoca, che per l'appunto diventa "LORO", disturbano la visione d'insieme di chi sceglie di interpretare la Storia basando la propria indagine prevalentemente sull'individuazione delle tendenze di fondo, sulle "Gulf Stream" delle diverse epoche. Nulla di male, ovviamente, nello scegliere questo tipo di approccio, per altri versi assai rigoroso; è però un peccato che spesso questo porti con sè gli "effetti collaterali" di cui sopra
La chiudo qui, chiedendo venia (anzi, Vania)per lo sfogo relativo al pur imponente e potentissimo affresco della Russia primo Ottocento, ma non avevo mai potuto reagire alle circa 800 pagine del medesimo, un buon 30% delle quali è dedicato alle considerazioni di cui sopra.........
Saludos, e que viva Napoleone siempre!!
(salvo replica dell'ottimo Ussaro sul Tetto
)
p.s. all'inizio avevo detto che non mi sarei dilungato........vi ho mentito, e lo sapevo sin dall'inizio!