Nel Cinquecento, tra i campi di battaglia e le corti rinascimentali, la Scherma Storica ha avuto una grande protagonista: la Spada da lato. Una spada da portare sempre al fianco, per la difesa personale e per esibire il proprio rango.
Con la Spada da lato è possibile colpire di taglio come di punta , disarmare un avversario oppure praticare gli Assalti, ovvero le sequenze di movimenti codificate dai maestri antichi.
La pratica della Spada da lato incrementa la coordinazione, la forza, e l'eleganza nel portamento, l'efficacia e la bellezza dei gesti. Il corpo si irrobustisce e acquisisce grazia, uno dei fondamentali cardini estetici del
Cinquecento, rispettato dalla Scherma Storica.
Ma la Spada da lato rappresenta anche un interesse moderno: arma formativa e divertente, permette di partecipare al Campionato Italiano CSEN di Scherma Storica, che nel 2016 nel 2017 è stato vinto da
Accademia Romana d'Armi.
Dunque un'altra disciplina estremamente divertente e appassionante, con forti legami col passato della nostra Penisola.
Per approfondire, leggete il resto qui sotto e...buona lettura.
Per spada da lato si intende una spada ad una mano, comparsa in Italia e in Spagna in epoca rinascimentale e quindi sviluppatasi fino ai primi decenni del Seicento in tutta Europa; lunga tra i 110 e i 130 cm, di peso compreso tra 1 kg e 1,5 kg, la spada da lato è nota al grande pubblico per la forma elaborata della sua guardia. Infatti, col progredire della scherma verso azioni più veloci e lo sviluppo di maggiori tecniche di punta, la mano che impugna l’arma necessita di una maggiore copertura per le dita e il dorso; nascono così archetti e rami di guardia, ponti e anelli metallici che, gradualmente, inglobano la mano in una gabbiaprotettiva.
La spada da lato si sviluppa nel corso del XVI° secolo, parallelamente alla definizione della nuova macchina bellica che trasforma il Vecchio Continente in un enorme campo di battaglia, e alla progressiva crisi in Italia dell’aristocrazia egemone.
La nuova spada, portata al fianco e pertanto da lato, perde il proprio valore supremo in guerra perché l’azione individuale, un tempo ispirazione e appannaggio della nobiltà di sangue, scompare a favore del combattimento tra grandi compagnie militari, equipaggiate con picche e moschetti e addestrate al combattimento in formazione.
La stessa letteratura d’epoca testimonia questo drastico cambio di abitudini, rendendo i protagonisti dell’epos cinquecentesco spesso preda di un senso di inadeguatezza, tragico e ante-litteram.
La spada da lato, così, mantiene il proprio ruolo da protagonista solo nella scherma da campo civile, urbano, in cui l’aristocrazia può ancora far valere la propria formazione marziale rispetto al più semplice addestramento della soldatesca o del ceto medio.
In questo senso, è quindi possibile definire questa spada come l’arma per eccellenza del Rinascimento, efficace ed efficiente, sofisticata e complessa da interpretare. Una delle peculiarità di quest’arma, tra le altre, risiede nell’assenza di una sua precisa codifica: per quanto sia possibile affermare l’esistenza di alcune scuole d’uso (ricordiamo almeno la Bolognese e la Milanese), la spada da lato è stata oggetto delle più diverse teorie da parte degli stessi maestri d’epoca; nei dibattiti, spesso aspri, tra i vari Manciolino, Marozzo, Agrippa, Di Grassi, Dell'Agocchie, Viggiani, Lovino, Ghisliero, Saviolo…, ritroviamo ben espresse le tensioni del periodo storico in cui si sviluppa.
Anche per lo studio di questa spada non esiste tradizione diretta, ma interpretazione derivata da un’attenta ricerca storica.
Dal punto di vista biomeccanico, lo studio della spada da lato enfatizza soprattutto l'armonia e l'autocontrollo, la coordinazione dei movimenti, e in particolare la sincronia tra gli arti superiori e inferiori nel passeggio e nel portare il colpo. La spada da lato prevede nel proprio gioco un uso considerevole di tagli e punte; sviluppa di conseguenza un’attenzione particolare tanto al più antico movimento angolare, che allo spostamento in linea caro alla scherma dei secoli successivi. Nell’assalto, l’arma stimola una maggiore capacità dinamica, reazioni più pronte, allenamento aerobico e resistenza.
La pratica in Sala si effettua con lame dotate di bottone in punta, repliche esatte per forma e peso degli originali dell’epoca; nell’assalto le tecniche sono eseguite con velocità reale e a contatto e semi-contatto pieno. Gli allenamenti si svolgono sempre con le adeguate protezioni passive – maschera, giubbetto, guanti e piastrone in cuoio almeno – e nel rispetto degli standard previsti dal CONI, dalla UISP e dalla normativa vigente.